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Bergamospia (si dice, non si dice) Su Rete 4 la telenovela moschea

Bergamospia (si dice, non si dice) Su Rete 4 la telenovela moschea
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

La telenovela sulla moschea in onda su Rete 4

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Continua la telenovela sulla (presunta) moschea in via San Fermo. La nuova puntata va in onda addirittura su Rete 4: “Dalla vostra parte”, trasmissione condotta da Paolo Del Debbio, annusa la polemica e si catapulta sul posto, organizzando un collegamento con un gruppetto ad alta densità leghista. I presenti mostrano il cartello “No alla maxi moschea”, mentre Daniele Belotti (e chi se no) ammonisce: «Non abbassiamo la guardia, la situazione è preoccupante. E poi chiediamoci perché è stata scelta Bergamo per il progetto? Forse per la sua anima cattolica. Conquistarla sarebbe un primo passo verso la presa di Roma». L'assessore Giacomo Angeloni segue gli eventi dal divano di casa e alla fine sentenzia su Facebook: «Solo balle su Rete 4. Trasmettono paura, giornalismo falso e tendenzioso». Arrivederci al prossimo episodio.

 

Diamanti all'Atalanta, cosa scrive chi se ne intende

Alessandro Diamanti

Diamanti per la Dea. Che effetto fa? Bello, secondo i commentatori, che pur riempiono le loro righe di tanti “se”. «È un piacere scrivere che il miglior piede sinistro del calcio italiano da domani calcerà per noi – annota Pietro Serina sull'Eco – Da avversario ci ha fatto di tutto». Ma ecco la domanda che si fanno in tanti: «Il ragazzo è ancora competitivo a questi livelli? C'è da capire quanto è ancora in grado di proporre l'intensità che serve a questi livelli». Più o meno le stesse preoccupazioni di Cristiano Gatti, che sul Corriere scrive: «Un giocatore dalla classe indiscutibile. Niente di meglio potevamo sognare, finalmente l'Atalanta tornerà a battere punizioni letali».  Ma bisognerà vedere, osserva Gatti, se un campione come lui confermerà sul campo quanto detto durante la presentazione («Ho tantissima voglia»): «Basteranno poche partite per capire se davvero rappresenta il colpo del secolo oppure se sia semplicemente un gustoso, affascinante miraggio». Tanti dubbi, forse troppi. Ora la palla passa ad Alino. Siamo sicuri che saprà farne buon uso.

 

Dopo 1992 ecco “Novantatré”, firmato Mattia Feltri

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Dopo 1992, fiction tv su Mani Pulite, arriva “Novantatré” (Marsilio), scritto dal bergamasco Mattia Feltri, apprezzato columnist de La Stampa. Nel libro si narra del crollo della prima Repubblica e di quello che ne seguì, con i nuovi politici che assomigliavano fin troppo a quelli vecchi. Un annus horribilis scrutato con il binocolo, dieci anni dopo. Nel 2003 infatti Feltri è a Il Foglio, e da lì rilegge gli avvenimenti alla luce di quanto successo in seguito: le promesse mancate, le aspettative deluse. “Novantatré” ripropone tutto d'un fiato quella lunga e approfondita inchiesta, in bilico fra giornalismo e storia. Su La Stampa Gianni Riotta gli riserva una super recensione (una pagina intera), mentre Giampiero Mughini parla di “libro sugosissimo” su Dagospia. Buona lettura.

 

Indovina chi viene a cena: c'è Raspelli a Villa d'Adda

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Edoardo Raspelli compie spesso e volentieri incursioni golose nel nostro territorio. Nell'ultima è capitato a Villa d'Adda, dove ha scovato la Corte del Noce. Il super critico degusta il missoltino (per i profani: è un pesce d'acqua dolce), il cous cous di pesce di mare, gli gnocchi neri ripieni di gamberi e altre prelibatezze. Alla fine il voto è più che generoso: 15/20. Promossa anche la location: «Se non fosse per il piccolo mare di macchine, sarebbe degna cornice di un film d'avventure ambientato nel passato, magari nel 1700, epoca a cui risalgono queste antiche costruzioni».

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