"Cantata per la festa dei bambini morti di mafia" domani all'auditorium di Piazza della Libertà
Sul palco anche studenti delle superiori e dell'università di Bergamo che hanno lavorato per un anno con il regista e gli attori di Arhat
Quindici interpreti in costumi simbolico-evocativi e immersi in una scena avvolta da luci, ombre e fumi di particolare suggestione, intesseranno una fitta trama di azioni corporee e vocali per “catturare” lo spettatore, porre domande e sollecitare riflessioni nella serata di domani, giovedì 24 novembre, all’Auditorium di Piazza della Libertà. Alle 20.30, Arhat Teatro presenterà “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia", un progetto di messa in scena intergenerazionale cui Arhat ha lavorato dall’estate 2021 e che si concretizzerà in uno spettacolo innovativo su un tema delicato e drammatico.
In scena giovani delle superiori e dell'università di Bergamo
Sul palco ci saranno, oltre agli attori di Arhat Teatro e quelli di Tzelà Teatro (gruppo collaboratore di Arhat composto da ex allievi di lunga data e esperienza), anche gli studenti delle scuole superiori (Liceo Secco Suardo, Istituto Caniana, Liceo Artistico Manzù, Liceo Amaldi di Alzano) e gli universitari di Bergamo. I giovani hanno lavorato per un intero anno scolastico con il regista e gli attori di Arhat in un corso di approccio alle tecniche base del teatro-danza, per poi calarsi in una complessa coreografia spettacolare nel ruolo dei “già bambini” che hanno vissuto i tragici eventi mafiosi.
«Il punto di vista è quello delle vittime di mafia che guardano da un loro "aldilà" alle vicende terrene avvelenate dal crimine, dalla complicità e dall’inerzia morale. Al centro di questa folla di uccisi stanno i bambini vittime della mafia, per i quali la pietà e la tenerezza degli adulti, donne e uomini, creano una festa che è amore e speranza» si legge in "Cantata per la festa dei bambini morti di mafia", libro di Luciano Violante, dove, dal quale è stato tratto il testo teatrale e il regista, nonché ideatore dello spettacolo Pierluigi Castelli, spiega: «Attraverso un lungo percorso di prove, per "intersecare" le tre realtà teatrali presenti sulla scena, si è venuta man mano definendo, su un piano attoriale, drammaturgico e registico, una rappresentazione centrata su un repertorio di registri fisici, di tecniche vocali, di forme espressive, di soluzioni sceniche, di scelte coreografiche ben più ampie e coinvolgenti dei tradizionali canoni della recitazione e della narrazione».