Cenate Sotto balla reggae e metal

La provincia bergamasca non smette di vibrare a suon di musica. Dopo Foresto Sparso, Ambria, Clusone Jazz (ai quali si sommano i festival in città) è la volta del Music for Emergency a Cenate Sotto. I comuni e le associazioni del territorio dimostrano di aver capito qual è la formula vincente per l’intrattenimento dei cittadini, messi alla prova in queste settimane dal caldo record e in cerca di oasi felici e ristoro serale. I nomi importanti non sono mancati, da Paolo Benvegnù a Giorgio Canali, dai Marlene Kuntz agli Assalti Frontali, ma questa nuova manifestazione non vuole certo stare a guardare e si gioca almeno un paio di carte vincenti.
Musica e solidarietà. L’estate è il momento ideale per ascoltare concerti di buona musica e lo si fa ancora più volentieri se il festival in questione ha come finalità la raccolta fondi per aiutare un grande ente benefico come Emergency. Siamo giunti alla undicesima edizione e sembra non mancare niente: oltre agli artisti, l’offerta è completa e prevede ristorazione varia con cucina, pizzeria, griglia e piadineria, un tendone apposito per le birre, una cornice di bancarelle che spazia dai classici per eventi di questo tipo (t-shirt, dischi) all’etnico. Chi non se la sente di farsi la serata in piedi davanti al palco non dovrà temere: i posti a sedere tra interno ed esterno arrivano al migliaio. Inoltre per quelli che vogliono farsi tutto il festival e arrivano da lontano c’è una convenzione con l’Ostello delle Tre Corone di Trescore.
Un intreccio di generi musicali. L’Emergency punta forte sulla musica di genere, non cede alla logica del «trovare qualcosa che vada bene un po’ a tutti». E così, nelle cinque serate in programma si spazierà tra branche assai distanti del ventaglio musicale. Ad aprire le danze ci sono stati, nella serata di mercoledì, i mitici Punkreas. Un inizio all’insegna della sfrontatezza, ma quella di alto profilo: la band è uno dei nomi storici del punk rock nostrano e festeggia i 25 anni di onorata carriera. Le prossime serate vedranno susseguirsi formazioni di tutto rispetto, provenienti da altri tre bacini musicali: quello reggae, quello metal e quello folk.
Horace Andy. Il nome di punta di quest’anno arriva dalla scena reggae, già corteggiata dal festival di Ambria lo scorso weekend. A Cenate c'è stata giovedì l’unica data italiana del tour di Horace Andy, uno dei più importanti cantanti del roots reggae. La sua carriera è lunghissima, iniziata nel 1967 a soli 16 anni. Tra i tanti dischi all’attivo, i meno esperti del genere reggae potranno forse ricordarlo per le numerose collaborazioni coi Massive Attack, band di primo piano del trip hop dagli anni Novanta in poi. Tra tutti, forse il brano più noto in cui ha cantato per la band inglese è Angel, pezzo celeberrimo che apriva il disco capolavoro del 1998 Mezzanine. Una voce bellissima che piace anche ai meno affezionati al genere.
Metal for Emergency. Venerdì si aprirà una sezione particolare del festival, denominata Metal for Emergency. Si sa, i metallari fanno sempre gruppo a sé e hanno quindi una loro sotto-sezione dedicata all’interno della cinque giorni. Si tratta comunque di metal accessibile e divertente, niente di troppo truce. La prima serata vedrà come attori principali gli Iron Savior, collettivo tedesco del sottogenere speed power metal. Ma l’asso nella manica arriverà sabato, con una band davvero storica: i Gamma Ray. Sempre tedeschi, fondati nel 1989 dal chitarrista e cantante Kai Hansen, dopo la sua fuoriuscita da un gruppo ancora più importante, gli Helloween, che con Walls of Jericho (1986) avevano scritto una pagina ineludibile del power metal. Sabato a Cenate potrete ascoltare Kai Hansen coi suoi Gamma Ray, uno che la storia del metal l’ha scritta. A chiudere domenica ci saranno i Casa del vento, folk band nata nel 1991 ad Arezzo. Insomma, anche in questo caso ci sono tutti gli ingredienti per tante serate divertentissime sotto questo cielo limpido di metà luglio. E specifichiamo: non dovrete tirare fuori nemmeno un euro per ascoltare questi grandi musicisti. È palese che stare a casa non conviene.