I grandi in arrivo a Bergamo Jazz
Edizione numero 37 (qui la locandina), quella che si sta aprendo a Bergamo per il Jazz Festival, uno dei più importanti appuntamenti internazionali della città e uno dei Festival dedicati al jazz che, grazie anche alla direzione artistica del trombettista Enrico Rava, suscita molto interesse fra gli addetti al settore (e non solo). Per capire meglio il grado di attenzione che raggiunge questo appuntamento basti sapere che quest'anno si sono già venduti 650 abbonamenti (l'8 percento in più della scorsa edizione) e si prevede un sold out per tutte le serate. Ma in 37 anni, ne siamo sicuri, c'è qualcuno che non è mai andato ad una sola serata del Bergamo Jazz e, molto probabilmente, giudica questo genere musicale un po' noioso.
Vogliamo provare a spiegarvi perché non è così, o almeno a presentarvi in maniera inusuale chi sono i grandi musicisti internazionali che animeranno il palco del Donizetti e le tre serate - dal 20 al 22 marzo - del 37esimo BJF. Innanzitutto occorre dire che quest'anno più che mai il cartellone parla americano e si colora di anima black: un programma afroamericano, con qualche incursione italiana, ma che segue i veri ritmi infuocati della musica nera.
Dianne Reeves
Fred Wesley
Mark Turner (foto Paolo Soriani)
Michael Formanek Quintet
Iniziamo dalla serata di venerdì, la prima delle tre al Teatro Donizetti. Tutto inizia con il concerto di Jeff Ballard, noto al pubblico per essere il batterista di Brad Mehldau. A Bergamo si presenta con un progetto che esprime uno dei modi di intendere la musica oggi, fatto di mescolanze di culture, suoni e visioni. Con lui sul palco un chitarrista africano - Lionel Loueke -, una delle nuove star della sei corde, il tastierista Kevin Hays e Reid Anderson, che si occuperà di accendere di vita le macchine elettroniche. Quello di Ballard è un gruppo a cavallo fra sonorità acustiche ed elettroniche, in grado di trasportare gli spettatori in un altro luogo e un'altra dimensione.
Nella stessa sera arriva la vera star dell'edizione di quest'anno. Stiamo parlando della cantante Dianne Reeves, vincitrice di quattro Grammy Award, gli Oscar della musica. I cinefili ne avranno sentito parlare quale protagonista della colonna sonora del film di George Clooney Good Night and Good Luck, ma l'ultimo Grammy la Reeves l'ha vinto per il suo album Beautiful Life, in cui ha reinterpretato canzoni famosissime come Waiting in Vain di Bob Marley, I Want You di Marvin Gaye e 32 Flavors di Ani DiFranco.
Sabato 21 l'apertura è affidata al quintetto del contrabbassista Michael Formanek. Stiamo parlando di jazz d'avanguardia, in equilibrio fra composizione e improvvisazione, per veri amanti del genere. Ad ora più tarda, invece, la serata si accenderà con Fred Wesley, trombonista di James Brown, di cui è stato direttore musicale durante il periodo d'oro, gli anni Sessanta. Wesley ha collaborato anche con altre grandi personalità della black music, da Tina Turner a George Clinton, ed è uno dei musicisti più rappresentativi dell'incontro fra la musica funk e jazz. Ritmo, divertimento e un suono autenticamente “nero” sono le cifre stilistiche di questo artista settantenne.
Nels Cline (foto Benjamin Lozovsky)
Palatino (foto Gianfranco Mura)
Stefano Battaglia Trio (foto Caterina Di Perri)
Vijay Iyer Trio (foto Barbara Rigon)
Domenica è il turno del sassofonista americano Mark Turner, uno dei nomi attualmente più in vista del jazz d’oltre oceano, guest nell'ultimo album di Stefano Bollani Joy In Spite Of Everything. Turner potrebbe essere definito come tradizionalmente contemporaneo, capace di fondere, nella sua musica, passato e presente del jazz. A seguire il grande ritorno di un gruppo che deve il suo nome al treno che collega Roma e Parigi: Palatino. Un insieme molto attivo negli anni Novanta e che a Bergamo realizza una sorta di reunion dettata dall'importante occasione. Palatino è composto da Paolo Fresu – già Direttore Artistico di Bergamo Jazz dal 2009 al 2011 -, dal trombonista americano Glenn Ferris, e due autorevoli esponenti del jazz transalpino quali il contrabbassista Michel Benita e il batterista Aldo Romano.
Durante le giornate del Festival non mancheranno i contributi di un mostro sacro della musica bergamasca come Trovesi e il suono di uno dei migliori trii del momento guidato dal pianista Stefano Battaglia. E poi ancora tanti appuntamenti prima e dopo il Festival per coinvolgere non solo il pubblico del teatro ma anche e soprattutto il pubblico della città. Così, per circa cinque giorni Bergamo sarà di nuovo una delle città del jazz.