"Come eri vestita?", una mostra contro i pregiudizi a Seriate fino al 4 marzo
Abiti che raccontano storie di violenze subite con l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne
Cosa ci fanno tute e vestitini, jeans e abiti da sera, camicie e magliette esposti tra i libri della biblioteca Gambirasio di Seriate? Sono gli abiti, che raccontano storie di violenze subite, esposti in occasione della mostra Come eri vestita?, promossa dall'Assessorato alla Cultura, grazie alla collaborazione con Donne per l'associazione Tutti diversi, tutti uguali, l'associazione culturale Ideando, il collettivo Donne di Bergamo Libere sicure e consapevoli e l'Associazione Fior di loto. La mostra è stata inaugurata oggi, mercoledì 21 febbraio, e resterà negli spazi della biblioteca fino al 4 marzo.
Contro i pregiudizi
L'iniziativa, supportata dalla Rete Interistituzionale Territoriale Antiviolenza Area Bergamo Est, intende sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare la violenza subita se solo avesse indossato abiti meno provocanti. L'Assessore alla Cultura Antonella Gotti sottolinea: «Negli ultimi anni si sta parlando di più di femminicidi, la gente scende in strada per dire basta. Seriate ha deciso di ospitare l'installazione Come eri vestita? per riflettere su quanto ancora debba essere fatto. Se davvero bastasse cambiare abbigliamento per evitare gli stupri sarebbe semplice».
Dal Kansas a Seriate
La mostra prende spunto da What were you wearing?, esposizione fatta per la prima volta in Kansas nel 2013 da un progetto di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale e di Mary A. Wyandt-Hiebert, responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università Kansas. Com eeri vestita? arriva in Italia grazie a Libere Sinergie, associazione impegnata nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di violenza e discriminazione di genere, che ha adattato la mostra al contesto socio-culturale del nostro Paese.