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Come hanno fatto a Bellinzona a spostare di 9 metri un’antica villa

Come hanno fatto a Bellinzona a spostare di 9 metri un’antica villa
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Si può portare a spasso una villa? Si può, si può. È accaduto qualche giorno fa nel centro di Bellinzona, in Svizzera.

Il destino di Villa Carmine, costruita 110 anni fa in via Campo Marzio, sembrava segnato: doveva essere abbattuta per far posto a due palazzine con un’ottantina di appartamenti e a un garage sotterraneo. Alla fine però si è optato per il “trasloco” e l'antica villa, del peso complessivo di 1450 tonnellate, è stata spostata di circa nove metri.

 

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Per realizzare l’incredibile impresa gli operai di una ditta specializzata in interventi di questo genere, la Iten di Morgarten, hanno lavorato per circa 3 mesi. Prima hanno scavato sotto la villa, tagliandola e staccandola di due millimetri dalle fondamenta. Per compensare il taglio hanno infilato dei profili di metallo. Le fondamenta sono state quindi demolite per lasciare spazio a putrelle di metallo che sono state utilizzate come "binari" per far scorrere l'edificio. La villa, in questo modo, era come poggiata su una palafitta.

Martedì scorso, sotto gli occhi ammirati di un centinaio di persone e del proprietario della villa, Lorenzo Job, una serie di martinetti idraulici hanno infine spinto Villa Carmine verso la nuova destinazione. In 90 minuti, l’edificio si è trovato 8,80 metri più in là e ruotato di 5 gradi. Costo dell'intervento: circa 630 mila euro.

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Ma le sorprese non sono finite: per non compromettere la struttura dell’edificio, durante lo spostamento non si dovevano provocare scossoni. Un'operazione delicatissina ma riuscita alla perfezione. Per tenere sotto controllo questo aspetto, infatti, gli operai hanno posto un bicchiere di vino colmo fino all'orlo sui binari. Ebbene, al temine del "viaggio" dal calice non si era versata neppure una sola goccia. La Iten, scrive la rivista Focus, si era già occupata nel 2012 di spostare di 60 metri le 6.200 tonnellate dell’edificio amministrativo della Maschinenfabrik di Oerlikon e nel 1973 le oltre 200 tonnellate della Pietra del Diavolo di Göschenen, per la costruzione della galleria del San Gottardo.

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