Che cos'è davvero il déjà vu ovvero: «io questo l'ho già vissuto»

Il déja vu è un’esperienza che capita all’80% percento delle persone. Conosciamo più o meno tutti la sensazione che ci procura: ci sembra di stare vivendo una situazione che ricordiamo, proprio come se l’avessimo già vissuta nel passato, come se l’avessimo già vista. Déja vu, appunto. Per molto tempo lo studio del fenomeno è stato appannaggio quasi esclusivo di psicologi e psicanalisti, secondo i quali esso avrebbe una base inconscia e coinvolgerebbe una forma di sensorialità alterata. Recentemente, per la prima volta nel mondo, l’Istituto di bioimmagini e di fisiologia molecolare del Cnr di Catanzaro e la clinica neurologica dell’Università di Catanzaro hanno condotto uno studio di risonanza magnetica su soggetti affetti da epilessia e su soggetti normali, finalizzato a scoprire quali sono le aree cerebrali coinvolte nel processo del déja vu. La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cortex, è stata guidata da Angelo Labate, professore di neurologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e associato all’Ibfm-Cnr.
Sono stati formati due gruppi, uno composto da 63 volontari e uno costituito da 39 persone sane. Metà dei soggetti di entrambi i gruppi dichiarava di avere già sperimentato il fenomeno del déjà vu, I volontari sono stati sottoposti al medesimo test di verifica per lo screening, a un elettroencefalogramma durante la veglia e il sonno, e a una risonanza magnetica del cervello tradizionale e di morfologia avanzata. Si è così scoperto che nei soggetti epilettici le aree coinvolte dal fenomeno sono quelle temporali, in particolare l’ippocampo, mentre nei soggetti sani sono quelle relative al lobo dell’insula. L’ippocampo è la sede della memoria a lungo termine e della navigazione spaziale. Gli esseri umani ne possiedono due, uno nell’emisfero destro e uno nell’emisfero sinistro. Il lobo dell'insula, invece, è parte della parte della corteccia cerebrale, tra il lobo temporale e il lobo frontale. Esso è legato a funzioni concernenti l'emotività, incluse la percezione sensoriale, il controllo motorio, l'auto-consapevolezza, le funzioni cognitive e l'esperienza interpersonale. L’insula è anche preposta alla regolazione dell'omeostasi corporea (cioè all’equilibrio fisico-chimico).
Le persone che non soffrono di crisi epilettiche, dunque, hanno un déjà vu perché provano delle emozioni già vissute in precedenza. Le alterazioni temporali non c’entrano niente. Il dottor Labate ha spiegato a Linkiesta:
Il 90% delle informazioni che ci passano davanti ogni giorno non vengono registrate dal nostro cervello coscientemente ma passano sotto la coscienza. Per questo il déjà vu è un inganno percettivo, è una rievocazione emotiva di un fenomeno che abbiamo visto o vissuto in precedenza. È il richiamo di un ricordo che ha determinato una particolare emozione, immagazzinata nel nostro cervello sotto coscienza, che poi viene richiamata in un nuovo contesto. Noi pensiamo di aver già visto quel posto o vissuto quel momento, ma in realtà è la sensazione che abbiamo provato nel vederlo che ci richiama uno stimolo mnestico precedentemente associato. Ed è per questo che il déjà vu è così frequente nelle persone sane, altrimenti non si spiegherebbe come mai un fenomeno simile si verifichi nella quasi totalità della popolazione.
In chi soffre di epilessia, in particolare quella che riguarda il lobo temporale, è proprio la memoria ad essere coinvolta nel déja vu. Agisce una specie di falsa memoria, come dichiara Labate:
Nei soggetti epilettici il ricordo sembra reale perché l’area coinvolta è quella della memoria, ma in realtà è falso. In questo caso si evidenziano alterazioni radiologiche localizzate nella corteccia visiva e nell’ippocampo, cioè nelle aree cerebrali deputate al riconoscimento visivo e alla memorizzazione a lungo termine. Le illusioni déjà vu sono, in realtà, manifestazioni ictali derivanti dalle scariche epilettiche all'interno del cervello. Queste aree cerebrali coinvolte sono diverse (funzionano male) nel paziente epilettico che presenta il sintomo. Ovviamente la strada è ancora lunga per dare una risposta definitiva ma nel prossimo futuro cercheremo di dare ulteriori soluzioni attraverso studi già in itinere di risonanza magnetica funzionale nella stessa popolazione.
Il déjà vu, quindi, è un'alterazione della memoria per le persone epilettiche e un'alterazione della percezione per tutti gli altri. L'origine organica del fenomeno è stata definitivamente accertata, a discapito dei vari teorici della metempsicosi, per i quali la sensazione di ricordo rivissuto costituirebbe una prova dell'esistenza di vite precedenti.