Festival della letteratura di Mantova 20 anni di piccola grande meraviglia

Dal 1997 è uno degli appuntamenti culturali italiani più attesi dell'anno, una cinque giorni di incontri con autori, reading, percorsi guidati, spettacoli, concerti con artisti provenienti da tutto il mondo. Eppure non viene organizzato in una grande città, ma in una delle “capitali” della nostra Regione. Stiamo parlando del Festival della Letteratura di Mantova che quest’anno festeggia un anniversario non da poco: è infatti arrivato alla ventesima edizione, che cade proprio nell’anno in cui la città lombarda è capitale italiana della cultura.
Una delle caratteristiche del Festival della Letteratura è quella di non essere figlio di un’iniziativa pubblica o di qualche imprenditore privato. Il Festival infatti è partito da un'iniziativa "dal basso" di cittadini che a diverso titolo lavoravano nell’ambito dell’editoria o della divulgazione culturale. C’è Marzia Corraini, titolare di una piccola, raffinatissima casa editrice che vende libri in tutto il mondo; ci sono Luca Nicolini e sua moglie Carla, titolari di una bellissima libreria, Coop Nautilus, in un angolo del centro storico: e poi Laura Baccaglioni, Annarosa Buttarelli, Francesco Caprini, Paolo Polettini e Gianni Tonelli. Sono gli otto del comitato organizzatore, che a metà degli anni Novanta, sul modello del festival gallese di Hay-on-Wye e sulla base di uno studio commissionato dalla Regione Lombardia per capire come rilanciare l’immagine di una delle proprie città hanno lanciato questa idea di convocare agli inizi di settembre i grandi autori per farli incontrare al pubblico.
5 giorni, 400 scrittori e artisti, oltre 400 eventi: ecco il programma di #FestLet 2016! https://t.co/a7Y9c4yZ1C pic.twitter.com/Bg183gGNqU
— Festivaletteratura (@festletteratura) 25 luglio 2016
Ha raccontato Marzia Corraini: «La prima edizione del festival fu molto contenuta, cento incontri, nessuno il giovedì e il venerdì mattina, quindicimila presenze. Ora gli appuntamenti sono diventati trecento, e le presenze hanno superato di un bel po’ le centomila persone». Il segreto del successo del Festival è uno, e paradossalmente può sembrare negativo: il biglietto. Chi partecipa agli incontri paga infatti un biglietto molto leggero, ma che alla fine aiuta gli organizzatori non solo a mantenersi, ma a garantirsi la libertà rispetto agli appetiti dei grandi editori e all’invadenza delle pubbliche amministrazioni (che partecipano per il 15 percento dei bilanci). Il pubblico paga volentieri, perché la qualità degli incontri non tradisce mai. Il secondo segreto è la “piazza”. Gli scrittori vengono portati in luoghi pubblici per eccellenza e questo cambia completamente il tipo di rapporto che si instaura con chi ascolta. Si cancella la vecchia idea del convegno, per lasciar spazio ad una sorta di dialogo, dove chi sta al microfono più che fare una lezione lascia una testimonianza del proprio lavoro artistico e poetico.
Nella stesura del programma ovviamente molto spazio lo prendono le star in uscita (quest’anno ad esempio spopola l’americano Jonathan Safran Foer, con il suo Eccomi). Ma non si inseguono i Nobel e i guru e spesso gli incontri sono frutto di suggerimenti venuti direttamente dal pubblico. Qualche anno fa Guido Guerzoni, economista, ha fatto una ricerca per valutare l’indotto che il Festiva porta ad una città come Mantova. Il risultato è stato superiore ad ogni attesa: per un euro investito, alla città ne tornano dieci. Non è un caso che la città si senta mobilitata, che tutti, come sottolinea Marzia Corraini, tornino prima dalle vacanze per prepararsi ad accogliere le migliaia di persone in arrivo. I negozi ampliano gli orari, tutta la città rivive: potere dei libri, di chi li scrive e di chi li legge.