Film in anteprima al Conca Verde Biglietti gratuiti per i nostri lettori
Parte col botto la programmazione d’essai primaverile di Cinema Conca Verde, Cinema del Borgo e Mediateca. L’evento d’apertura è l’anteprima, mercoledì 21 marzo (ore 21) del film Il prigioniero coreano del grande Kim Ki-Duk, accompagnata dalla mostra delle foto di Matjaz Tancic (dalle 19.30) 3DPRK Ritratti Nordcoreani. E cinque lettori di Bergamopost entreranno gratis: saranno i primi che invieranno una mail a sas@sas.bg.it entro mercoledì 21 marzo a mezzogiorno. I vincitori verranno ricontattati via mail.
L’anteprima. Il prigioniero coreano (The Net) vede Kim Ki-duk raccontare – senza filtri – il presente. Un presente che non riesce a liberarsi del passato: quello della Corea del Nord e della Corea del Sud. Un thriller dell’anima che la Tucker Film porterà ufficialmente nei cinema italiani solo il 12 aprile (ma la pellicola è del 2016) e che trova nell’interpretazione di Ryoo Seung-bum (The Berlin File) tutta la potenza espressiva di cui ha bisogno. «Fai attenzione: oggi la corrente va verso Sud», lo avvisa una sentinella, ma a fare attenzione, a farne sempre molta, il pescatore Nam Chul-woo ci è abituato. Del resto, non puoi permetterti distrazioni quando abiti in un villaggio della Corea del Nord e ti muovi ogni giorno sulla linea di confine. Confine d’acqua, nel caso di Nam, ed è proprio l’acqua a tradirlo: una delle reti, infatti, si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente che «va verso Sud» trascina lentamente il povero Nam in zona nemica. Riuscirà il prigioniero, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà Nam, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità? È rimasto ancora quello che era, cioè un bravo cittadino devoto, o l’infezione del capitalismo («Più forte è la luce, più grande è l’ombra») lo ha contaminato per sempre?
Cosa dice il regista. «Con Il prigioniero coreano – spiega Kim Ki-duk – ho voluto mostrare un paradosso: guardate come sono simili Nord e Sud. “Là” c’è la dittatura, “qui” la violenza ideologica. E non si tollera che un povero pescatore del Nord, finito per caso fuor d’acqua, voglia semplicemente ritornarsene a casa. Non si può demonizzare un intero popolo. Il Nord non è solo la Dinastia dei Kim: la gente viene prima!».
La programmazione. Molte le proposte interessanti del cartellone, tra cui Ticket to Palestine, documenti e storie dai territori occupati; Open your eyes, cinema, ambiente e sostenibilità al Cinema del Borgo; Originali is better, l’appuntamento dedicato al cinema in lingua originale; Pomeriggio al cinema martedì alle 16 al Cinema del Borgo; Da vedere e (ri)scoprire, i migliori titoli che vi siete persi in orario infrasettimanale; Cinefilosofia 2018, dialoghi, scambi e legami tra filosofia e cinema; corsi sul linguaggio cinematografico e La scuola al cinema. E tanto altro qui.
La mostra. 3DPRK Ritratti nordcoreani di Matjaz Tancic è composta di 12 immagini in 3D per raccontare l’invisibile: la vita quotidiana, oggi, in Corea del Nord. Sono state scattate nel 2014 dentro e fuori Pyongyang (da città come Pyongsong o Kaesong fino a piccoli villaggi come Mangyongdae) al di là di tutti i clamori giornalistici e di tutti i cliché.
«I media – spiega Matjaz Tancic – concentrano tutta l’attenzione sulla dittatura di Kim Jong-un e la nostra percezione della Corea del Nord si spezza a metà: demonizzazioni del potere da un lato, idealizzazioni del popolo dall’altro. Entrambi i punti di vista oscurano l’identità nordcoreana: ecco perché ho voluto fotografare la gente comune. Persone di età, condizioni sociali e mestieri differenti, in cui ognuno, ovunque, si può riconoscere». Il team che ha attraversato il territorio nordcoreano assieme a Tancic, supportandolo negli shooting, comprendeva un producer, un autista e due guide locali. È la primissima volta che il popolo nordcoreano viene ritratto utilizzando la tecnica stereoscopica in 3D. Nato a Lubiana nel 1982 e residente a Pechino, Matjaz Tancic porta avanti progetti indipendenti – soprattutto fra Slovenia e Cina – esplorando varie possibilità espressive e narrative.