Il film da vedere nel weekend Prima di domani, un bel teen movie

Regia: Ry Russo-Young.
Con: Zoey Deutch, Halston Sage, Logan Miller, Elena Kampourish, Kian Lawley, Medalion Rahimi, Cynthy Wu, Erica Tremblay, Liv Hewson, Diego Boneta, Jennifer Beals, Nicholas Lea.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.
Il genere teen movie costituisce da anni uno dei più redditizi filoni del mercato cinematografico hollywoodiano. Questo soprattutto per ragioni legate al mercato e al ciclo di produzione delle pellicole: si tratta di film che, in effetti, godono di un supporto pressoché illimitato dal pubblico cui si rivolgono. In effetti, la grande caratteristica del genere è quella di riflettere le problematiche e le perplessità del pubblico attraverso le vicende dei suoi protagonisti. Vicende che, appunto, per quanto fantastiche e spesso lontane nell’ambientazione, riprendono gli episodi e le esperienze cardine del delicato periodo fra adolescenza ed età adulta. Un periodo di formazione dove l’individuo inizia ad assumere una fisionomia completa e definita.
In questo – appunto – fecondo filone si inserisce a pieno titolo il film Prima di domani, firmato dall’ex attrice e regista Ry Russo-Young. Protagonista è Samantha, una ragazza come tante negli Stati Uniti di oggi. Studentessa, fidanzata e amica, si sveglia un giorno con grandi aspettative: è “il giorno dei cupidi” nella sua scuola superiore e per la serata lei e Rob (il suo fidanzato) hanno grandi progetti. Eppure, per qualche oscuro meccanismo, quella giornata speciale comincerà a ripetersi sempre uguale a sé stessa. Una ripetizione costante, ostinata, che invita la nostra protagonista a scoprire come viverla al meglio per rompere la routine. Il grande tema di Prima di domani è quello dell’occasione perduta, del destino che si compie e che deve seguire (malgrado tutto) un certo iter. In quella ripetizione costante di giornate sempre uguali si annida in realtà un principio di restart che – mutuato dal mondo dei videogiochi – ci parla di ciò che sta veramente a cuore alla regista di questo grazioso e delicato teen movie. Il problema sollevato è soprattutto quello dell’acquisizione dell’identità, del diventare qualcosa, del trasformarsi in individui.




Per il resto, le dinamiche che danno corpo al film sono quelle tradizionali del film scolastico con (e per) adolescenti: gruppi di persone separati e in continua competizione fra loro, tipi umani in via di definizione e/o costantemente segnati da esperienze traumatiche. La costellazione di personaggi predisposta dall’opera è in realtà piuttosto limitata e tutto si riduce al cono d’ombra lasciato dal gigantismo della protagonista. È lei a primeggiare su tutti e tutto con i suoi problemi, la sua vita e soprattutto il suo punto di vista. Tutto appare filtrato dai suoi occhi e anche lo stile del film ce lo conferma. Non siamo di fronte a grosse novità in fatto di regia e sceneggiatura ma tutto sommato il film appare decisamente coerente con sé stesso, con le sue premesse e con il genere di riferimento. Il risultato è, in definitiva, un film certamente non eclatante per le novità che incasella ma solidamente strutturato e ben realizzato. Tanto basta per poter parlare, con la delicatezza della scrittura e degli intenti, di musica nuova nell’ambito di un genere, quello dei teen movie appunto, solitamente poco incline a rinnovarsi. Nella fusione imprevista di realismo e fantastico, il film trova infatti uno spazio di manovra personale e solitamente precluso a questo tipo di opere. Un merito in realtà enorme, considerando la sua collocazione all’interno del marasma di prodotti ipermassificati.