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Il film da vedere nel weekend Domino, incompiuto ma riuscito

Il film da vedere nel weekend Domino, incompiuto ma riuscito
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Regia: Brian De Palma.
Con: Nikolaj Coster-Waldau, Carice van Houten, Guy Pearce, Paprika Steen, Thomas W. Gabrielsson.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Fra i grandi maestri del cinema mondiale, Brian De Palma occupa senza dubbio un posto di primo piano per il valore storico e culturale dei suoi lavori. Regista iconico della new wave americana a partire dagli anni Settanta, De Palma ha toccato – nel corso di una carriera pluridecennale e costellata di capolavori – quasi tutti i generi cinematografici, destreggiandosi tanto nel thriller post-hitchcockiano (Vestito per uccidere) quanto nel film politico di denuncia (lo straordinario e ancora attualissimo Redacted). Dopo l’ultimo Passion, si erano però levate voci che raccontavano di vicende produttive piuttosto infelici per il nuovo film del regista e la preoccupazione era piuttosto palpabile. Domino, questo il film in questione, esce in questi giorni nei nostri cinema e – pur a fronte di alcuni problemi che lasciano intravedere le difficoltà di realizzazione cui si è accennato – non si può non riconoscere (ancora una volta) il talento di De Palma.

 

 

Protagonisti di questa intricata vicenda sono Christian e Lars, due poliziotti che, a seguito di una chiamata notturna, si precipitano per le strade di Copenaghen. Quando si rendono conto che la loro mobilitazione ha però a che vedere con il terrorismo, le cose si complicano molto e il fatto che Christian si sia (purtroppo) scordato la pistola non aiuta di certo. Domino è un film complicato, geniale in alcuni punti e sofferente in altri. Non sembra voler nascondere più di tanto le cicatrici di una lavorazione difficoltosa (a tal punto che il nome stesso del regista era stato sostituito da uno pseudonimo). Se a ciò si aggiunge che il montaggio finale non è stato direttamente supervisionato da De Palma, si capisce bene quale tipo di perplessità può sollevare quest’opera. Rimane però il fatto che Domino, pur non essendo senza dubbio l’opera migliore del regista, è un film riuscito e a suo modo coraggioso. Una riflessione sugli spettri del terrorismo che ancora infestano le nostre coscienze e sulla possibilità più o meno efficace che abbiamo di esorcizzarlo. Sì, perché anche se la recessione del Califfato e la relativa quiescenza delle fazioni jihadiste ci hanno portati a ritenere che la minaccia del terrorismo fosse scomparsa o lontana, la sua ombra lunga è ancora ben salda nella nostra memoria.

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Gli effetti duraturi del terrore, infatti, non sono quelli fisici e materiali, ma la sensazione di pericolo che – anche in un clima fortemente securitario come quello contemporaneo – non sembra volerci abbandonare. Domino prova a ragionare su questi temi, non sempre in modo compiuto ma certamente con maturità. Da un autore come De Palma, d’altronde, ci si può forse aspettare un passo falso produttivo, ma non certo che la sua lucidità di analisi del presente venga compromessa. Ne emerge un film senza dubbio problematico, forse anche irrisolto, ma comunque carico di un fascino particolare e capace di interrogarsi con profondità su alcuni cruciali meccanismi del contemporaneo. Da vedere senza aspettarsi un capolavoro, ma con la mente aperta per interessanti suggestioni.

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