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Il film da vedere nel weekend Free State of Jones, epopea Usa

Il film da vedere nel weekend Free State of Jones, epopea Usa
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Regia: Gary Ross.
Cast: Matthew McConaughey, Gugu Mbatha Raw, Mahershala Ali, Keri Russell, Brian Lee Franklin, Donald Watkins, Christopher Berry, Sean Bridgers, Bill Tangradi, Thomas Francis Murphy, Joe Chrest, Jacob Lofland, Brad Carter, David Jensen, Kurt Krause, Carlton Caudle, Martin Bats Bradford
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Che piaccia o meno (e al di là dei giusti riconoscimenti alla specificità delle cinematografie nazionali), l’industria cinematografica è un prodotto eminentemente americano. La struttura rigidissima imposta al sistema già nel periodo classico è ancora oggi evidente in alcune scelte di mercato e, soprattutto, nella distribuzione delle grandi compagnie di produzione a livello globale. Il cinema narrativo, poi, è nato proprio in America e – non a caso – con un film che metteva a tema lo spinoso passato della guerra civile (Birth of a Nation). In effetti, la sala cinematografica è da sempre il luogo in cui gli americani si ritrovano per riflettere sulla loro (difficile) storia, sui suoi traumi irrisolti e sulle sue mille contraddizioni. È quello che tenta di fare, tornando alla guerra di secessione, il regista Gary Ross, autore da ricordare soprattutto per il notevole Pleasantville (1998), in cui rifletteva sui pericoli della società consumistica e mediatizzata.

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Il suo Free State of Jones è ambientato non a caso nel 1862, cioè nel pieno di quella Guerra civile che ha squarciato l’anima del Paese attorno alla questione (mai veramente risolta) della schiavitù. Protagonista è l’infermiere sudista Newt Knight che, stanco di vivere in quel clima di allerta permanente e nel costante tentativo (spesso inutile) di salvare vite stroncate troppo presto, decide di disertare. Lo fa per dare degna sepoltura, lontano dal campo di battaglia, a suo nipote. Dopo aver consumato il suo lutto, forte del supporto di altri uomini e donne (bianchi e neri) stanchi della violenza dell’esercito sudista, decide di proclamare la contea Jones uno stato autonomo, isolato nel mezzo della regione sudista del Mississippi.

 

THE FREE STATE OF JONES

 

Free State of Jones è un film, bisogna riconoscerlo, che trae la sua maggiore ispirazione dall’urgenza che il regista riesce a infondere in ogni immagine. Egli decide di tornare a parlare di un tema ormai fuori moda, ma mai veramente riassorbito, come quello della guerra di secessione, e lo fa in un modo maturo e lontano da eccessi di sorta. Certo, il punto di vista è ben determinato (la rappresentazione dei membri del Ku Klux Klan lo conferma), ma le immagini ci chiedono di prendere una posizione e Ross ha avuto il coraggio di abbracciarla fino in fondo. Come dimenticare, fra l’altro, che certe forme estremiste di xenofobia sono ancora oggi drammaticamente diffuse nei modernissimi Stati Uniti?

 

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Nel complesso il film risulta non solo estremamente interessante per il modo di portare in scena il trauma della Secessione, ma anche ben diretto e pieno di trovate interessanti. Matthew McConaughey si conferma anche in questa prova uno dei più interessanti autori dell’attuale panorama hollywoodiano e regala primi piani particolarmente felici. Il suo Newt Knight (cavaliere, paladino) ne risulta monumentalizzato e diviene l’autentico eroe di un progetto di riscossa politica più unico che raro nella travagliata storia degli States. Così, fra Antigone e Robin Hood, Free State of Jones si presenta come un film senza eccessive pretese autoriali ma in grado di prendersi molto sul serio nel tentativo, mai banale, di tratteggiare un nuovo racconto di una pagina tanto oscura della storia americana.

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