Il film da vedere nel weekend L'ora più buia, thriller politico

Regia: Joe Wright.
Con: Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James, Stephen Dillane, Ronald Pickup. «continua Ben Mendelsohn, Richard Lumsden, Philip Martin Brown, Brian Pettifer, Jordan Waller, Charley Palmer Rothwell, Nicholas Jones, Hannah Steele, Jeremy Child
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.
Se è vero che il cinema è anche (forse soprattutto) un luogo privilegiato per l’elaborazione della memoria storica personale e culturale, non sorprende che a distanza di anni continui a produrre opere che riflettono – in maniera formalmente molto controllata o al contrario grandemente ironica – sul nostro passato di individui e di popoli. Ci sono eventi che hanno segnato nel profondo la nostra cultura visuale e le nostre abitudini percettive ed è quindi naturale pensare che è a quei momenti che il cinema continua a tornare per offrirci spunti di analisi, percorsi interpretativi e nuove prospettive. Si tratta di fatti spesso traumatici e che proprio per questo necessitano di essere riaperti, ridiscussi, sottratti ai semplici equilibri binari su cui spesso si incardina la memoria.




Uno di questi eventi è, prevedibilmente, la Seconda guerra mondiale. L’interesse che ancora oggi riveste per noi deriva innanzitutto dal fatto che è sempre stato un conflitto lungamente raccontato dal cinema (già durante il suo svolgimento: la settima arte ha avuto un ruolo fondamentale nella gestione della guerra). A ciò si aggiunga poi il fatto che si tratta di un evento grandemente traumatico, sia per i suoi presupposti (l’ascesa al potere dei regimi totalitari in Europa), che per le sue conclusioni (lo sterminio degli Ebrei, i bombardamenti a tappeto, la caduta della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki). Il thriller L’ora più buia di Joe Wright (Anna Karenina, Orgoglio e Pregiudizio) torna a pensare questo luogo di grande conflittualità e lo fa situandosi agli albori della guerra e concentrandosi sulla figura di Winston Churchill.
Nel 1940 la guerra è appena iniziata e l’espansionismo dell’Asse sembra incontenibile: la stessa Gran Bretagna (che rimarrà comunque quasi inespugnata dall’avanzata delle truppe hitleriane) si trova a dover pensare la propria posizione e ad organizzare la difesa (la battaglia di Dunkirk raccontata da Nolan nel recente ed omonimo film è ancora in corso di svolgimento). Su questo sfondo la politica inglese necessita di un cambiamento e alle dimissioni di Chamberlain seguirà l’elezione di Churchill alla guida del governo. Uomo forte e conservatore, sarà lui a guidare il Paese nell’ora più buia, fino a farlo uscire (trionfalmente) dal pantano della guerra.
Bisogna riconoscere che Churchill è senza dubbio un personaggio affascinante, perché dotato di tutta una serie di segni di riconoscimento che lo rendono immediatamente apprezzabile e gli donano un carisma irresistibile. Ad interpretarlo qui è stato chiamato un attore di lungo corso come Gary Oldman, che gli regala la sua personalità e lo rende il vero e proprio centro gravitazionale del film. Tutto in L’ora più buia orbita intorno a Churchill (un po’ come l’intera politica inglese e – verrebbe da dire – europea dell’epoca). Il film è, come lo era stato Dunkirk, fortemente patriottico e gioca con forza sulla narrazione dell’Inghilterra come fortezza inespugnabile, grande sfida di ogni conquistatore che sarà destinato a infrangere le proprie pretese di grandezza sulle sue scogliere.
Nel complesso, a fronte di una certa semplificazione di tutta una serie di problematiche che deriva da questa comunque giustificabile scelta di regia, L’ora più buia si presenta come un film solido, sorta di thriller politico nel quale a Churchill è richiesto di risolvere il più oscuro dei rompicapi: porre fine alla prostrazione inglese e condurla con il proprio piglio marziale verso la vittoria che verrà. Un’opera ispirata e intelligente su un personaggio non pivo di ombre. Da vedere.