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Il film da vedere nel weekend Macchine mortali, una fine da Oscar

Il film da vedere nel weekend Macchine mortali, una fine da Oscar
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Regia: Christian Rivers.
Con: Hugo Weaving, Hera Hilmar, Robert Sheehan, Jihae, Ronan Raftery.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Uno dei temi sicuramente più battuti dalla cinematografia di tutti i tempi è quello dell’immaginare la fine del mondo. Cosa accadrebbe se la civiltà umana venisse, per qualche motivo, spazzata via all’improvviso, senza lasciare traccia del proprio passaggio sul pianeta? È un tipo di prospettiva che viene spesso adottata dal cinema fantascientifico, ma non solo, e che - cosa ancora più interessante - ha davvero accompagnato l’evoluzione culturale del cinema nel corso di tutto il Novecento. Sì, perché a pensarci bene possiamo identificare alcune importanti manifestazioni di questa tipologia già nel cinema fantascientifico del dopoguerra e in particolare nel periodo della Guerra Fredda. Negli anni Cinquanta e Sessanta, infatti, il cinema americano comincia a immaginare il nemico sovietico come l’alieno da sconfiggere che è in grado di invadere il mondo civilizzato (stranamente corrispondente agli Stati Uniti) per soggiogarne gli abitanti. Opere come Il pianeta delle scimmie (nelle sue varie incarnazioni) ci parlano di un pianeta dimenticato dagli uomini (e anzi distrutto dalle loro azioni dissolute) e abitato da nuove forme di vita, che li hanno sostituiti in tutto e per tutto.

 

 

Nell’epoca contemporanea, poi, questo tipo di indagine si è distribuita in diverse tipologie di prodotto audiovisivo, abbandonando anche il primatismo che aveva nella cultura americana. I cinema fantascientifici di tutto il mondo e l’animazione (soprattutto giapponese) hanno fatto della prospettiva dell’Apocalisse uno dei suoi più floridi ambiti d’azione, portando a risultati spesso notevoli (basti immaginare l’iconico lungometraggio animato Akira). Sulla medesima linea si colloca anche Macchine mortali, in questi giorni al cinema per la regia di Christian Rivers, alla sua prima prova dietro la macchina da presa dopo una lunga militanza negli effetti speciali (per cui ha ricevuto persino un premio Oscar). In questo interessante film, tratto da un romanzo, il regista immagina un mondo ormai completamente stravolto da una guerra del passato. In questa nuova realtà, le città sono una sorta di organismo meccanico semovente in grado di spostarsi e perennemente in lotta con più piccole realtà urbane. Il nostro protagonista, abitante di Londra, si troverà faccia a faccia con un’esule ribelle e questo incontro cambierà non solo la sua vita ma - soprattutto - la sua visione del mondo.

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La cosa più notevole di Macchine mortali è senza dubbio la capacità del regista di dare corpo a un mondo che, per quanto completamente fantastico/fantascientifico, sembra perfettamente credibile. Se ne percepiscono i problemi, le complessità e - in qualche modo - “il respiro”. I personaggi sono tratteggiati con grande acume e più delle dinamiche geopolitiche di questa nuova Terra del futuro, sembra contare il loro equilibrio in quanto individui. In definitiva, Macchine mortali si presenta come un film di notevole ambizione e riuscito, dove senza dubbio emerge il talento di Rivers per gli effetti speciali, ma anche il suo indubbio talento per stare dietro la macchina da presa.

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