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Il film da vedere nel weekend Slender Man, terrore dalla rete

Il film da vedere nel weekend Slender Man, terrore dalla rete
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Regia: di Sylvain White.
Con: Joey King, Julia Goldani Telles, Jaz Sinclair, Annalise Basso, Javier Botet.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Il genere horror, da sempre, ha bisogno di icone per funzionare al meglio. Sin dalle origini della settima arte (e prima ancora quando era soprattutto legato alla narrativa), esso ha richiesto la presenza di personaggi chiaramente determinati e in grado di mobilitare la paura atavica del lettore. Entità oltremondane o provenienti da altre dimensioni che, in accordo con il clima culturale dell’epoca, fossero in grado di far vibrare le corde della paura in chi andava al cinema. Negli Anni Trenta erano i grandi mostri della Universal, legati a una forte base letteraria (Dracula, il mostro di Frankenstein, etc.), mentre fra gli Anni Settanta e Ottanta sono stati, ad esempio, i killer seriali dello slasher (dal Michael di Halloween al Freddy di Nightmare, passando ovviamente per il Jason di Venerdì 13).

 

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a qualche tentativo di creare nuove icone della paura, con alterni risultati. Il genere ha così preferito trasferire la propria indagine sulle atmosfere e sugli ambienti, attraverso un raffinamento estetico che senza dubbio ha portato all’uscita di prodotti di grande qualità (si pensi a The Witch o al recente Hereditary). Sylvain White arriva però in sala in questi giorni con un film attesissimo che, attraverso una mutuazione che origina da una creepypasta (racconto horror) sul web, porta sullo schermo Slender Man. Questa oscura leggenda del web 2.0 è nel tempo diventata fortunatissima, ispirando anche una serie di videogiochi a tema; l’arrivo al cinema era attesissimo dai fan e senza dubbio ha incuriosito anche chi non si era mai avvicinato al tema.

Protagoniste, come nella miglior tradizione dello slasher, sono alcune ragazzine che – insoddisfatte della loro vita – decidono di scappare dalla provincia. Non prima, però, di aver cercato di evocare lo Slender Man, di cui hanno letto proprio sul web. Prevedibilmente, anche se in apparenza nulla sembra successo, le ragazze innescheranno una spirale oscura che porterà alla scomparsa di una di loro e al successivo tentativo di riconnettersi all’entità da loro stesse convocata. Il miglior pregio del film sta, forse, nella sua capacità di dare finalmente un corpo e una consistenza visiva allo Slender Man, personaggio già dotato di una sua codificazione estetica grazie ai videogiochi eppure ancora bisognoso di una profondità. Questo aspetto appare per la verità ancora parzialmente deficitario e sarebbe auspicabile che, con eventuali successive iterazioni, si riuscisse ad approfondire la fisionomia della leggenda. Dal punto di vista stilistico, il film non può non richiamare tutta una serie di opere che hanno contribuito alla rinascita del genere nei tardi Anni Novanta: il trattamento della figura fantasmatica richiama direttamente Ring e altri titoli storici del cinema giapponese.

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Narrativamente scorrevole pur senza eccessi e spericolatezze che pure si sarebbe potuto permettere, Slender Man è un film valido, che potrà essere apprezzato a pieno solo da chi già conosce il posizionamento del personaggio da cui trae il nome. Per gli altri potrebbe essere una curiosa occasione di confrontarsi con le creepypasta originali o per sperimentare un tipo di tensione diverso, grazie ai videogiochi che ha ispirato. Un horror dotato di un fascino che appare diverso da quello dei pur ottimi film del genere usciti recentemente, più adolescenziale e senza dubbio meritevole di un’occasione proprio in virtù della sua (preziosa) capacità di differenziarsi.

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