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Il film da vedere nel weekend A quiet place, tensione silenziosa

Il film da vedere nel weekend A quiet place, tensione silenziosa
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Regia: John Krasinski.
Con: Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward, Evangelina Cavoli, Ezekiel Cavoli, Doris McCarthy.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Siamo stati abituati a pensare il genere horror come un insieme di prodotti caratterizzato da immagini esplicite ed estreme: sangue, interiora, torture etc. Ciò deriva in particolare dalla fortuna che – a partire dai tardi anni Settanta – specifici filoni interni al genere hanno avuto sul mercato americano e internazionale. Film legati a killer psicopatici (Halloween, Venerdì 13) o a maniaci seviziatori che attraverso complessi macchinari mettevano a dura prova la sopportazione e il corpo delle loro vittime, fino a condurle alla morte (Saw – L’enigmista). Si è parallelamente fatta strada una via alternativa che, per quanto emergendo forse con più fatica, ha proposto con il tempo una forma diversa di paura, fatta di sensazioni ed atmosfere, costruita senza ricorrere all’imperativo grafico.

Si tratta di una linea di sviluppo che negli ultimi anni sta assumendo un nuovo protagonismo, complice anche l’esaurimento creativo di filoni precedentemente molto popolari. Basti pensare al successo di un film recente come Babadook, tutto legato al rapporto fra una madre, suo figlio e un misterioso spirito uscito da un libro per l’infanzia. Su questo retroterra si situa anche uno degli horror più interessanti usciti finora, A Quiete Place, diretto dall’attore John Krasinski (reso celebre in particolare dalla sua partecipazione alla serie TV The Office). La cosa di solito non promette bene (l’attore e il regista sono due mestieri molto diversi), ma per fortuna Krasinski realizza un prodotto di alta qualità e grande interesse cinematografico.

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Protagonisti di questo dramma tesissimo e oscuro, tutto contrassegnato dal silenzio, è la famiglia Abbott. Il loro imperativo categorico è quello di non fare alcun rumore, per non essere individuati (e conseguentemente uccisi) dalle entità aliene che hanno invaso e semidistrutto il pianeta. Avvantaggiandosi del fatto di conoscere bene l’alfabeto dei segni (una delle figlie è sordomuta), il gruppo riesce a sopravvivere pur fra mille difficoltà, ma le cose non potranno che complicarsi: un altro figlio sta arrivando.

È abbastanza straordinario vedere come un regista ancora giovane (ha dato pochissime, ma buone prove) sia già in grado di utilizzare il silenzio in modo tanto pervasivo e creativo all’interno di un proprio lavoro. Soprattutto, ciò che ci colpisce è la capacità di utilizzare dei codici consolidati (l’invasione, il tentativo di sopravvivenza) in modo assolutamente personale e non banale, rovesciando cliché e mode di un genere che, come sappiamo fin troppo bene, si basa spesso sull’eterna ripetizione dell’uguale.

 

 

A Quiet Place è anche e soprattutto un film complesso, indice di grande maturità da parte del suo autore. Si tratta di un racconto apparentemente lineare, che sa tuttavia aprirsi a un ventaglio piuttosto ampio di analisi e considerazioni: c’è il rapporto noi/loro, il tema della famiglia e della sua difesa in condizioni disperate, l’uso personale e per così dire controintuitivo di quello che normalmente viene considerato un handicap. Il film insomma scava in profondità utilizzando il genere come un contenitore per ospitare visioni mai banali su tematiche complesse.

In definitiva il film di Krasinski si presenta non solo come un ottimo e innovativo prodotto di genere, ma anche come un film che preso al di fuori delle sue condizioni di esistenza sa stupire ed avvincere piacevolmente il pubblico, non senza sorpresa. Un’ottima promessa per una carriera ancora in ascesa e che speriamo possa riservarci in futuro altre ed ancora migliori prove registiche.

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