la partita oggi alle 9,30

Fognini & Bolelli, il sogno finale

Fognini & Bolelli, il sogno finale
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Anche se il tennis lo amate così così stasera ricordatevi di puntare la sveglia anche se è sabato, cercate di alzarvi, perché alle 9.30 (qui da noi) l'Italia gioca una partita storica. Dall'altra parte del mondo, in Australia, a Melbourne, Simone Bolelli e Fabio Fognini proveranno a vincere la finale del doppio agli Australian Open. L'ultima volta che un tennista è arrivato a giocarsi una finale in uno Slam era il 1976, andavano forte i basettoni e i pantaloni a zampa, e poi naturalmente c'era Adriano Panatta che alzava le braccia al cielo di Parigi, al Roland Garros, e lanciava baci di qua e di là. Trentanove anni sono mica pochi, valgono la pena di un'alzata per fare un tifo sconsiderato. Anche perché i due hanno le idee chiare: «L'opera non è completa, ci fa piacere aver raggiunto un risultato a suo modo storico, ma adesso vogliamo vincere il torneo».

 

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Le donne, come sempre, c'erano arrivate un pezzo prima. La Errani e la Vinci. Ma anche la Pennetta e la Santangelo. Ora tocca ai maschietti, e speriamo che riescano a confermare tutto il bel tennis messo in mostra fino a qui. In finale affrontano i rivali di sempre, cioè i cugini francesi, acerrimi nemici quando si tratta di vini e di sport. Mahut e Herbert hanno battuto Dodig e Melo (6-4 6-7 7-6), e figurati appena vedono l'azzurro-Italia cosa possono pensare. Fortuna che ci pensa Fognini a fare il saggio: «Sarà la prima finale in un major, come per noi, quindi partiamo alla pari. Tensione ed emozione saranno le stesse per tutti». Non è vero. I francesi giocheranno anche per qualcosa di più con la scritta "Je suis Charlie" sulle maglie.

 

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Le ambizioni, quelle invece sono un'altra faccenda. Chi vince il doppio si becca 575mila dollari australiani, circa 400mila euro. «Ah, io ho comprato casa a Barcellona» sorride Fognini. «E io devo cambiare auto», scherza Bolelli. Per una volta le etichette ce le siamo dimenticate. Fognini questa volta è soltanto un buon tennista, il numero 55 del mondo (nel doppio) e non il solito mangiaracchette col pizzetto. Invece Bolelli (n. 134) è tutt'altro che un'eterna promessa. I due si erano sempre fermati alla semifinale. Agli US Open 2011 cedettero all'austriaco Jurgen Melzer e al tedesco Philipp Petzschner, mentre due anni fa, proprio a Melbourne, si arresero ai gemelli Bryan, leggende del doppio. In bocca al lupo.

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