Milano con gli occhi dei clochard Le foto scattate dai senzatetto

Novantacinque scatti per raccontare un mondo inesplorato, per descrivere momenti di vita vera, sofferta, di passaggi sospesi sulla povertà, di sogni ora visibili ora invisibili. Novantacinque immagini, per comunicare la storia di chi ha immensamente tanto da dire, di chi può svelare la sua verità senza pregiudizi e inibizioni. Forse più di chi, rispetto a noi, è abituato a vedere il bello solo nelle cose belle.
Al PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano), fino al 15 febbraio è in corso Ri-scatti, un'esposizione che raccoglie le sfaccettature di una Milano raccontata attraverso gli occhi di chi la vive da una prospettiva dura, difficile e ha imparato a esprimersi con un linguaggio nuovo, quello della fotografia. Una mostra che ribalta i punti di vista, svelando un backstage inedito della città: i senza tetto diventano, da soggetti di foto spesso "di maniera", gli autori stessi dello scatto. Le loro immagini raccontano in prima persona esperienze e aspettative degli homeless, testimoniando dove trascorrono la giornata, cosa fanno, dove dormono, come si procurano i vestiti, dove si lavano, chi sono i loro compagni di viaggio.
L’iniziativa, che ha come testimonial d’eccezione Alex Zanardi, è il risultato di un percorso di vita e di riscatto (appunto) compiuto da tredici persone senza fissa dimora individuate dal Centro Aiuto Stazione Centrale tra le persone seguite dai Servizi sociali: a ciascuno è stata fornita una macchina, una Nikon automatica, e per due mesi i fotoreporter Gianmarco Maraviglia e Aldo Soligno hanno insegnato loro a parlare attraverso obiettivi, zoom e diaframma. Il progetto, nato da un'idea di Federica Balestrieri, giornalista Tg1 Rai e volontaria dell'Associazione Terza Settimana, è iniziato lo scorso marzo 2014 e rappresenta una concreta opportunità di rinascita per i neofotografi, che hanno potuto apprendere tecniche e stili di questo mezzo espressivo. Al termine del periodo formativo, è stato scelto l’autore più meritevole, l’argentino Dino Luciano Bertoli, a cui è stata assegnata una borsa lavoro presso l’Agenzia SGP di Stefano Guindani.
Dalla retrospettiva emergono le persone, le situazioni complesse, ma anche, e soprattutto, le emozioni, i sogni, le aspettative e le paure. I sentimenti prendono vita in ogni singola fotografia. Il risultato è vibrante e molto forte. I milanesi, che certamente non sono cittadini insensibili al problema dei senza fissa dimora, hanno dimostrato grande solidarietà e partecipazione, consapevoli che i compagni invisibili sono circa tremila in tutta la metropoli lombarda. Le foto saranno in vendita e il ricavato andrà all'Associazione Terza Settimana a sostegno dei senza fissa dimora. Il loro sguardo ci restituisce un volto inedito dell’effimera capitale della moda: dalla successione di specchi e lavandini, simile a un’installazione artistica, che arreda la parete blu di un bagno pubblico, all’uomo appeso ai cavi che, come un angelo metropolitano, sembra volare sopra piazza del Duomo.



































































