Quanto son belli i tombini di Milano griffati per la fashion week

Quello di Giorgio Armani apre il percorso. Il primo dei Tombini Art vi dà il benvenuto in via Montenapoleone, a Milano. I grandi stilisti hanno abbandonato per una volta l’haute couture delle passerelle per concentrare il loro estro sulle strade del quadrilatero milanese: fantasiose e ultra-colorate opere in ghisa dipinte a mano: 24 tombini, a far da portavoce dell’eccellenza creativa del made in Italy, “sfilano” all’ombra della Madonnina per la III edizione di Sopra il sotto - Tombini Art raccontano la Città Cablata. Cioè?
Una mostra a cielo aperto. Sotto Milano corre un groviglio di cavi nascosti, nei quali viaggiano le informazioni, rimbalzando da un punto all'altro della maglia. Sotto i piedi delle migliaia di passanti, corre una metropoli invisibile fatta di fili e connessioni che Metroweb, l'azienda milanese di fibre ottiche e mecenate di Tombini Art, ha voluto valorizzare. Nelle edizioni precedenti, il compito di decorare i tombini era stato affidato a street artist italiani e stranieri, tra cui l’americano Shepard Fairey, diventato famoso per l’iconografia di Barack Obama. Anche in passato hanno stupito, incantato, sorpreso i milanesi e il pubblico internazionale di passaggio, sperimentando un nuovo linguaggio di arte e di comunicazione urbana. Quest’anno, invece, per omaggiare Expo, la mostra a cielo aperto è stata appannaggio di ventiquattro eccellenze italiane, che hanno reso ancora più attraente la capitale della moda italiana. Un’opera corale preziosa, una mostra visionaria, fruibile a tutti, senza barriere.

Brunello Cucinelli

DSquared2

Emilio Pucci

Laura Biagiotti

Santi, Istituto Marangoni

Prada

Salvatore Ferragamo

Versace
Nel quadrilatero della moda milanese si fanno allora largo i Tombini Art di Just Cavalli con la natura dal volto di giaguaro che si ribella, di Etro con il Paisley che si mette abiti urbani e di Missoni con un vortice di colori che sprofonda nella città. Quindi, arriva il turno di Larusmiani e del suo caleidoscopio che cattura il cielo, di Laura Biagiotti e dei pesci coloratissimi che guizzano in giro per la città, di Costume National e della mappa dove ogni cosa è collegata a più centri identici. Poi, il sorriso di Moschino, la realtà 3D di 10 Corso Como che lascia il suolo per invadere lo spazio, il buco di luce di Prada che sembra precipitare nell’oscurità. Trussardi con il suo celebre levriero che gioca con i fili di Wireland, Dsquared2 con un uomo al lavoro elevato alla seconda, Versace con la Medusa psichedelica e Iceberg con le memorie di Mazinga.
A riempire lo spazio vuoto, la poetica della filosofia di Solomeo secondo Brunello Cucinelli, i piedi di Hogan, il pizzo femminile di Alberta Ferretti. Infine, Valentino in un viaggio tra Commedia d’Arte e Pop Art, la Milano onirica di Salvatore Ferragamo, intrisa di animali a raccolta davanti al Duomo, Emilio Pucci e le bicromie optical della labirintica stampa Torre, i passi contemporanei racchiusi in décolletée tacco 12 di Giuseppe Zanotti Design, Ermenegildo Zegna e la testa di ariete. A chiudere il percorso, le creazioni di due giovani promesse dello stile, Alessandro Garofalo e Santi, vincitori del contest indetto da Metroweb in collaborazione con l’Istituto Marangoni di Milano.

10 Corso Como

Armani

Larua Biagiotti

Ermenegildo Zegna

Alberta Ferretti

Giuseppe Zanotti Design

Iceberg

Istituto Marangoni

Missoni

Moschino


Versace
Andranno all’asta. E se calpestando uno di questi pezzi d’arte, doveste rimpiangere la sublime essenza di queste opere, non disperate, dopo un attento restauro, potrete aggiudicarvi il vostro tombino preferito all’asta da Christie’s, prevista per gennaio 2016. Il ricavato sarà devoluto interamente a favore dell’organizzazione no profit Oxfam Italia. I proventi contribuiranno alla realizzazione di attività rivolte al miglioramento delle condizioni socioeconomiche di circa 20mila persone, con un’attenzione particolare nei confronti delle donne, in Bosnia Erzegovina e Albania, Ecuador, Territori Occupati Palestinesi, Marocco, Cambogia e Italia, favorendo l’accesso alle risorse primarie e creando occupazione, grazie all’avvio e al rafforzamento di attività micro-imprenditoriali e cooperative, soprattutto in ambito agroalimentare, a favore di gruppi di donne.