Ora che è iniziata la quinta stagione

Guardatevi "Il trono di spade", su

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C’è un momento rischiosissimo nelle serate tra amici che non si vedono da un po’: siamo lì a sorseggiare qualcosa, ci guardiamo intorno, e a un certo punto – non si sa come, non si sa perché – qualcuno inizia a parlare di serie tv e in un attimo è tutto un: «No, questa devi proprio vederla, non sai cosa ti perdi, è una figata», con una prodigalità nella promozione che nemmeno gli autori. In genere mezz’ora dopo stiamo ancora ascoltando gli affascinantissimi dettagli della trama di una storia che – abbiamo già deciso – non seguiremo mai. C’è una sola eccezione e s’intitola Game of Thrones – Il Trono di Spade: è l’unica serie che abbiamo in comune, quella con cui è impossibile annoiarsi. A partire dalla sigla di apertura. Questa:

 

 

Game of Thrones è la trasposizione cinematografica – prodotta dalla tv statunitense HBO – della fortunatissima saga fantasy di George R.R. Martin, Cronache del ghiaccio e del fuoco, che narra le vicende di due continenti: Westeros ed Essos. Ad Essos si trovano le esotiche città libere orientali; a Westeros, i Sette Regni sotto un solo re – quello col trono fatto di spade, appunto.

Di Westeros conosciamo le più nobili casate – le stesse che vedremo scontrarsi al “gioco dei troni”, quello in cui «o si vince, o si muore» – ciascuna delle quali porta un simbolo e un motto: ci sono gli Stark (Eddard, la moglie Catelyn e i loro cinque figli), i lupi, che di nobile hanno soprattutto l’animo – se tralasciamo la distrazione di un minuto: il sesto, illegittimo, figlio; i Lannister (Tywin i suoi figli: Jamie e Cersei, gli incestuosi gemelli, e il nano Tyrion, il declamatore delle battute più memorabili) sono i leoni, quelli che più di frequente causano i soprassalti dei fans; i Baratheon (soprattutto Robert, che è il primo re che conosciamo e suo – sicuri che sia suo? – figlio Joffrey) sono i cervi;  e, infine, i Targaryen, i draghi, di cui sono rimasti – per giunta in esilio ad Oriente – solo Vyseris e la sorella Daenerys, discendenti di Aerys, il re folle che Robert Baratheon aveva spodestato.

A Nord di Westeros, poi, c’è la Barriera: un enorme muro di ghiaccio costellato di fortezze un po’ malmesse in cui vivono i Guardiani della notte, perlopiù canaglie che hanno scelto tra il “nero” (quello del manto della “divisa”) e la sentenza di morte.

 

 

A Nord della Barriera non c’è altro che il Nord: la terra dei Bruti – che non saranno esemplari in fatto di bon ton, ma hanno visto cose che voi umani, puntini puntini – e delle creature più misteriose e terrificanti, tra cui le Ombre bianche, che capiamo essere la minaccia, «l’inverno che sta arrivando», fin dalle prime scene.

Non c’è da stupirsi, insomma, che la serie si sia guadagnata la popolarità che ha: i giochi di potere, le scene di sesso, le guerre aperte e le carneficine – pur avendo raccolto, talvolta, non poche critiche per il loro carattere esplicito – ne hanno fatto lo show televisivo di cui si è parlato di più nel 2014 su Facebook. La stagione 2015 – la quinta – iniziata (anche in Italia, su Sky Atlantic) il 12 Aprile non vuol essere da meno e ha già fatto discutere perché quattro episodi sono stati rilasciati illegalmente prima che fosse messo in onda il primo.

Game of Thrones – è chiaro – non vi lascerà indifferenti. Ho solo un consiglio per voi – quello che avrebbero dovuto darmi gli amici prima di propormelo. Non affezionatevi troppo a nessun personaggio. Finiscono irrimediabilmente morti.

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