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Il film da vedere nel weekend "L'attesa", malinconia di Sicilia

Il film da vedere nel weekend "L'attesa", malinconia di Sicilia
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Regia: Piero Messina.
Cast: Juliette BinocheLou de LaâgeGiorgio ColangeliDomenico DieleAntonio FollettoCorinna Lo CastroGiovanni Anzaldo.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

La critica è stata più o meno concorde nel ritenere che l'edizione appena conclusasi del Festival del Cinema di Venezia sia stata, salvo pochi grandi capolavori proposti (Francofonia di Sokurov su tutti), piuttosto sottotono rispetto agli anni precedenti. Fra i lungometraggi più apprezzati si distingue però l'opera prima di Piero Messina, L'attesa. Con buona pace di chi ritiene che il cinema italiano di qualità sia morto e da considerarsi solo un ricordo del passato, custodito nelle mani dei pochi grandi maestri rimasti, ecco sorgere l'opera di debutto di un regista fino ad oggi sconosciuto, in grado di farci emozionare nel racconto di una Sicilia mai prima d'oggi così viva nelle calde luci di una primavera qualunque. Protagonista è una ragazza di origine francese che arriva nell'isola del Mediterraneo per passare la Pasqua nella casa del proprio ragazzo, Giuseppe. Qui si è appena svolto un funerale e nell'attesa del giovane, misteriosamente assente da casa, la ragazza avrà modo di familiarizzarsi con la madre di Giuseppe, donna troppo affascinante e orgogliosa per poter ammettere a sé stessa e alla “nuora” che la persona attesa non arriverà più.

 

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La Sicilia è, per l'arte e la letteratura italiana, così come per la gestione politica, una terra da sempre dotata di un proprio peculiare fascino oltre che di una propria identità storica e culturale ben determinata e non esattamente sovrapponibile a quella del resto della penisola. Alcuni grandi interpreti dei suoi misteri ne hanno raccontato con meraviglia l'aspetto più romantico, non mancando però di metterne in evidenza problemi e criticità (Verga, Pirandello, ma forse soprattutto Tomasi di Lampedusa con il suo meraviglioso romanzo, portato al cinema da Visconti). In tutti questi racconti si legge chiaramente la grande forza di una terra isolana indipendente e forte come gli abitanti che la abitano e che, in particolare nel caso delle donne, acquistano col tempo una saggezza arcaica, una dignità senza tempo. Messina, in questo suo primo e formalmente impeccabile film, mette a tema il lutto e il modo di affrontarlo, concentrando la propria attenzione su due donne, diverse ma in fondo profondamente simili perché accomunate da una esperienza traumatica. Tutta la tensione narrativa grava sulle spalle delle due protagoniste femminili, solo saltuariamente sostenute da presenze maschili che, per quanto azzeccate, rischiano sempre di risultare fuori posto, non perfettamente integrate.

 

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Il grande interrogativo di Messina nel comporre le elegantissime immagini del film è quello che si interroga sul modo giusto e possibile di raccontare la morte, di trasmettere il lutto di una persona amata. È giusto comunicare ad altri un'esperienza tanto tragica, in grado di mettere in discussione la nostra stessa vita? Meglio non sarebbe ignorarla, evitare che altri vivano il nostro dramma, fingere che non sia avvenuto, nascondersi dietro uno specchio? Messina dà a questi problemi una risposta per fortuna solo parziale e sceglie di non sciogliere completamente tutti i dubbi che animano la sua pellicola, riuscendo così a non cadere nel rischio del banale e, soprattutto, del sentimentale. Nel complesso questo primo lavoro del regista è da salutare come un ottimo biglietto da visita per il futuro, una buona promessa per prossime produzioni che speriamo si presentino anciora all'insegna di una grande maestria registica e narrativa. Un film più che consigliato, per ricordarsi che spesso anche le nuove leve hanno qualcosa di buono da proporre.

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