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Il film da vedere nel weekend Operazione UNCLE, tra Cia e Kgb

Il film da vedere nel weekend Operazione UNCLE, tra Cia e Kgb
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Regia: Guy Ritchie.
Cast: Henry CavillArmie HammerAlicia VikanderElizabeth DebickiHugh GrantLuca Calvani, Sylvester Groth, Jared Harris, Christian Berkel, Misha Kuznetsov, Guy Williams, Marianna Di Martino. 
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Siamo in piena Guerra Fredda: un periodo storico che, per esperienza o istruzione, sappiamo essere stato caratterizzato da un forte terrore politico fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, con l'incubo del possesso di armi atomiche sempre pronto a manifestarsi. Cosa accadrebbe se le due superpotenze decidessero di collaborare, facendo cooperare i propri agenti segreti per portare a termine un importante progetto internazionale? Così, un agente americano si trova a dover lavorare spalla a spalla con un collega russo, fra la diffidenza generalizzata e i diversi tipi di approccio alla missione. Tutto per evitare che dei malavitosi italiani riescano a mettere in funzione un terribile macchinario di distruzione di massa.

 

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Si dice ultimamente che il cinema è morto, o quantomeno che è profondamente malato. Uno degli argomenti che i sostenitori di questa tesi utilizzano più spesso è quello della mancanza di originalità: i registi, non più in grado di mettere mano a sceneggiature originali, si accontentano di operare variazioni sul tema, di rilanciare saghe classiche o di proporre sequel di film storici. L'idea per la verità ha qualche fondamento, ma in anni recenti è stato il cinema stesso a dimostrarci come il più delle volte la pratica del remake sia in realtà utile per tracciare delle nuove possibilità narrative e per mostrare come siano ancora possibili dei percorsi nuovi e originali, pur sfruttando un materiale non inedito. Mettere un vestito nuovo ad un prodotto già conosciuto non significa necessariamente privarlo della sua identità, ma anche aggiornarlo, cambiando le carte in tavola e adattandolo ai tempi che cambiano. Così la nuova fatica di Guy Ritchie si presenta come la riedizione cinematografica di una storica serie degli anni Sessanta, Operazione U.N.C.L.E., realmente messa in onda proprio durante il periodo della cortina di ferro.

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Chiaramente diverso era il tono della questione: cinquant'anni fa l'obiettivo era quello di mostrare, facendo muovere spalla alla spalla due uomini diversi, la strabordante superiorità dell'agente americano e i modi goffi e approssimativi di quello sovietico. A parte il nome, tutto cambia nel film di Ritchie che si presenta, nonostante i condivisibili rischi, come un prodotto fresco e commerciale d'appeal per il pubblico più appassionato alle atmosfere dei serial anni Sessanta (il vintage non passa mai di moda, soprattutto al cinema). Ritchie si muove con agio in un territorio che sembra conoscere bene, forse anche amare, e gioca liberamente con gli elementi della cultura americana di quegli anni, arrivando a strizzare l'occhio alla discografia e al fumetto, serbatoi di eterna ispirazione per la macchina del cinema. In tutto questo, il film non si propone mai come un consapevole tentativo di riportare in auge uno stile passato, per fortuna: è come se il regista fosse consapevole del suo muoversi fuori dal tempo, in una specie di nostalgia per un periodo ormai passato di cui il film si propone come canto del cigno.

Tutto è ricostruito, non c'è niente di sincero e originale, è tutto un enorme trucco che il regista ha confezionato per farci sentire ancora l'odore del passato; e funziona benissimo, per fortuna. C'è, in un film come questo, il piacere di riguardare ai traumi della storia mettendoli in ridicolo, mostrando la loro infondatezza e facendo dei grandi conflitti del Novecento quasi un argomento da barzelletta. Non c'è niente di serio, tutto è immediato e piacevole. Sembra un atto blasfemo, ma forse è uno dei migliori modi per rapportarsi alla storia, soprattutto in un'epoca dove il senso del passato sembra essersi irrimediabilmente perduto.

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