Con il trailer

Il film da vedere nel weekend Perfetti sconosciuti, fiducia e segreti

Il film da vedere nel weekend Perfetti sconosciuti, fiducia e segreti
Pubblicato:
Aggiornato:

Regia: Paolo Genovese.
Cast: Giuseppe BattistonAnna FogliettaMarco GialliniEdoardo LeoValerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak. 
Dove vederlo a Bergamo e Provincia: qui.

 

 

Non vedersi dopo un po’ di temo può essere piacevole, soprattutto quando agli altri ci lega un rapporto di stima e amicizia. Ma il cinema ci ha insegnato, essendo spesso più sincero della vita reale, che sono spesso le situazioni apparentemente più pacifiche a sollevare le incrinature di esistenze insincere. Senza scomodare L’angelo sterminatore di Bunuel, feroce critica alla borghesia come organismo malato, vale la pena di ricordare Il settimo continente di Michael Haneke o il recente Carnage di Roman Polanski. Tutto sembra cominciare nel migliore dei modi ma si percepisce un’ansia sottile, una tensione sottocutanea che lentamente viene a galla fino a far esplodere l’intero tessuto del film. Si tratta di un meccanismo rodato ma non per questo meno raffinato: per mostrare le piccole falsità della vita di tutti i giorni ci vuole talento, perché si deve far aderire la macchina del cinema alle esistenze dei personaggi e degli spettatori. Paolo Genovese, regista attivo nel lungometraggio dal 2002, riesce nella non facile impresa e ci regala un film delicato e importante.

 

53902_ppl

 

Perfetti sconosciuti potrebbe sembrare un titolo infelice per un film che racconta una rimpatriata fra amici. Niente di più sbagliato, perché Genovese sa bene che ai nostri giorni l’abuso libero delle tecnologie della comunicazione ha reso tutti un po’ sconosciuti. La situazione è certo paradossale: possiamo sapere tutto di chi ci circonda se ci prendiamo la briga di cercare i segni del suo passaggio nella sfera social, ma questa trasparenza (Vanni Codeluppi utilizza in un suo eccellente libro la metafora della vetrina) rende tutti estranei, incapaci di comunicare a tal punto che vita reale e vita digitale finiscono per separarsi quasi completamente.

È un tema attualissimo, quello scelto da Genovese per questo suo nuovo lungometraggio, un tentativo riuscito e maturo di smascherare gli ingranaggi della menzogna digitale, mostrando come ormai l’identità del singolo sia un fattore mobile e costruito digitalmente. In questo senso, un plauso particolare va senza dubbio alla sceneggiatura a cinque approntata per l’occasione, che restituisce un’idea complessa e non banale della nostra società. È come se il lavoro dell’intera crew del film si fosse armonizzato nello sforzo comune di tratteggiare un ritratto sincero (pure se spesso impietoso) del nostro presente, senza limitarsi agli stereotipi banali da telegiornale.

1
Foto 1 di 4
2
Foto 2 di 4
3
Foto 3 di 4
4
Foto 4 di 4

Un equilibrio delicatissimo, che forse è la cosa migliore del film, definisce i personaggi. Il grande pregio di questa operazione è quello di fare di ciascuno un perfetto rappresentante dei nostri tempi, pur rimanendo assolutamente definito da tratti particolari che lo rendono riconoscibile e singolare. In tutto questo, è chiaro, la comicità gioca una parte importante ed è ciò che evita che il film cada nel dramma (alla Bunuel, appunto). È evidente che si tratta di una comicità intellettuale, mai banale e molto intelligente nel giocare con le debolezze di ciascuno per fornire un racconto in cui sia possibile a più o meno qualsiasi spettatore riconoscersi facilmente.

Sono pochi i registi in grado di spingersi così in là nella diagnosi del contemporaneo e di uscirne indenni, senza cadere nel facile gioco dei luoghi comuni. Non sbaglia chi vede in Perfetti Sconosciuti se non un omaggio almeno una manifestazione di discendenza nei confronti del cinema di Scola. Di lui rimane la grande intelligenza, che trova in questo film di Genovese una degna continuazione.

Seguici sui nostri canali