In piazza per Sharon e le altre vittime di femminicidio: appuntamento l'8 in largo Rezzara
Come ogni mese, il prossimo incontro sarà domenica. Le nove sagome fucsia a forma di donna con i nomi delle 66 uccise nel 2024
La Rete bergamasca contro la violenza di genere rinnova la chiamata alla mobilitazione permanente invitando a partecipare al presidio in piazza di ogni giorno 8 del mese. Quindi, il prossimo appuntamento sarà domenica 8 settembre, alle 18.30, in largo Rezzara a Bergamo, per Sharon Verzeni e per tutte le altre vittime di femminicidio.
Il mese scorso, la piazza si era riempita a pochi giorni dall'omicidio della 33enne di Terno d'Isola. «Prendiamo tristemente atto del fatto che anche il suo è stato, a tutti gli effetti, un femminicidio - scrivono i referenti della Rete -. Sharon è stata uccisa da uno sconosciuto, ma quello sconosciuto l'ha uccisa perché era una donna: non avrebbe fatto lo stesso contro un uomo».
Le nove sagome con i nomi delle 66 vittime
In occasione del presidio, i nomi delle vittime saranno in piazza insieme ai partecipanti. Come sempre, infatti, ci saranno in largo Rezzara le sagome fucsia a forma di donna, che ogni mese trasformano la piazza in una scenografia: ogni sagoma rappresenta un mese dell'anno e porta i nomi delle vittime di femminicidio. Le sagome sono ormai 9 e i nomi delle donne uccise dall'inizio dell'anno sono già 66 (tra cui alcuni casi in fase di accertamento).
Le nuove chiamate ai Centri antiviolenza di città e provincia, dall'inizio del 2024, sono invece più di 830: solo nel mese di agosto sono state 77. «A fronte di questi numeri sempre, tristemente, in aumento, la nostra piazza, nata per gridare “mai più” violenza e femminicidi, è oggi più che mai unita, nel dolore, nello sgomento, nella rabbia ma anche nella consapevolezza di essere nel giusto: abbiamo ragione e continueremo ogni 8 del mese a esserci, per dire basta», spiegano i referenti.
Io credo che quello di Sharon non sia un femminicidio. Sharon è stata aggredita perché facilmente aggredibile. Era di spalle e aveva le cuffie e probabilmente era più minuta dell'aggressore. Ma il fatto che fosse donna non è il motivo scatenante. Quindi non capisco perché si debba gridare ancora una volta al femminicidio