In tanti al seminario sulla sicurezza di Bergamo: «Diventi parte della cultura di ogni professionista»
L'evento, organizzato da consulta regionale e Ordine provinciale degli ingegneri, si è tenuto ieri (12 settembre) alla Casa del giovane
Nella foto di apertura l'ingegner Diego Finazzi
«Noi dobbiamo operare per il bene delle nostre comunità: ingegneri e periti, infatti, sono attori importanti nella filiera della sicurezza, ma non sono sufficienti da soli a garantire un sistema efficiente e funzionale. Già a metà degli anni Novanta, con l'emanazione dei decreti 494 e 626, che successivamente sono diventati il Decreto Legislativo 81, si evidenziavano delle criticità significative. Oggi, a trent'anni di distanza, continuiamo a piangere i morti e i feriti della non sicurezza. Credo che sia necessario un cambiamento di rotta».
Con queste parole l’ingegner Diego Finazzi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo, è intervenuto ieri (giovedì 12 settembre) al seminario “La Cultura della sicurezza nei cantieri”, organizzato dalla Consulta regionale Ordine degli Ingegneri della Lombardia (Croil), in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri provinciale. L’evento, tenutosi all’Auditorium della Casa del giovane in città, ha riscosso molto successo, riunendo trecento professionisti del settore edile, tra ingegneri, architetti, geometri e altri esperti, per discutere delle tematiche legate alla sicurezza nei cantieri.
Nei prossimi mesi, l’Ordine proporrà alla città e alla provincia iniziative, rivolte ai civili di ogni età, legate al tema della sicurezza in ogni dimensione, dal lavoro alla casa.
Committente e maestranze per la sicurezza
In questa occasione, Finazzi ha ribadito l’importanza di considerare la sicurezza come un elemento imprescindibile del lavoro nei cantieri: «La sicurezza non è solo un insieme di norme, ma deve diventare parte della cultura quotidiana di ogni professionista e lavoratore» ha detto il presidente.
«Molti parlano di innovazioni nel campo della sicurezza, ma spesso non si va oltre le parole. È il committente, molto spesso, a rappresentare l'elemento motore di tutta la filiera della sicurezza, un ruolo che non può essere sottovalutato. Non bisogna poi dimenticare i temi legati alle maestranze, il cui contributo e coinvolgimento sono essenziali per costruire un sistema realmente sicuro e sostenibile».
Interventi di esperti
Il messaggio che la categoria vuole lanciare a tutta la comunità è semplice: solo attraverso una collaborazione efficace tra tutte le parti coinvolte possiamo sperare di raggiungere un livello di sicurezza che tuteli davvero tutti, dai lavoratori ai cittadini. L’incontro ha visto una serie di interventi di alto livello da parte di 28 esperti del settore, con l’obiettivo di promuovere una cultura sul tema sempre più radicata e condivisa.
Dalla responsabilità penale nei cantieri, all'educazione alla sicurezza per le nuove generazioni, dalle regole dei dati di lavoro ai numeri relativi agli infortuni mortali. Presentata da Sergio Vianello, coordinatore della Commissione Sicurezza cantieri della Croil, particolare attenzione è stata dedicata all’insegnamento della sicurezza nelle scuole e alla necessità di un cambio di mentalità per ridurre i rischi sul lavoro.
Gli infortuni in provincia
Nel decennio dal 2014 al 2023, il 34,7 per cento degli infortuni mortali occorsi sono avvenuti nel settore manifatturiero, con una prevalenza di casi nella metalmeccanica (dieci casi), nel settore delle costruzioni (dodici casi), l’agricoltura (nove casi) e i trasporti (tre casi).
Le modalità principali sono legate a movimentazione di materiali e merci con l’utilizzo di mezzi, uso di attrezzature di lavoro e cadute dall’alto. I lavoratori coinvolti sono in maggioranza maschi (96 per cento), di nazionalità italiana (91 per cento). Per quanto concerne il rapporto di lavoro, i casi indagati nel periodo risultano nel 61 per cento dei casi lavoratori dipendenti, nel 27 per cento dei casi titolari o soci e, in una quota pari al 12 per cento, pensionati.
Gli incidenti gravi e mortali oggetto di indagine di polizia giudiziaria da parte dell’Ats sono dovuti, nell'ottanta per cento dei casi, a mancata o inadeguata valutazione del rischio e una inadeguata o carente organizzazione della sicurezza, oppure ad attrezzature di lavoro con assenti o carenti sistemi di sicurezza, o non adeguatamente mantenute, o utilizzate in modo inappropriato, e infine carente o inadeguata formazione.
Nel primo semestre del 2024, inoltre, non si sono verificati infortuni mortali. Il primo è avvenuto il 6 agosto scorso, quando un lavoratore dipendente di una ditta di autotrasporto merci è stato investito.
Grazie all'Ordine degli Ingegneri al nostro Presidente e al Croil per aver organizzato questo Seminario sulla cultura della Sicurezza che ha lasciato un bellissimo ricordo che bisogna portare sempre avanti.Molta soddisfazione e professionalità da parte dei Relatori.