in bianco e nero

"La Tv in bianco e nero", sabato a Leffe il concerto in ricordo della televisione di una volta

Il seriano Sabino Acquaviva dirigerà "L'OperaFiati" in uno spettacolo pensato da lui. Appuntamento alle 20.45 in Piazzetta Servalli

"La Tv in bianco e nero", sabato a Leffe il concerto in ricordo della televisione di una volta
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Un concerto, per ricordare i tempi in cui la televisione era una novità e si vedeva in bianco e nero. È questa l'idea di Savino Acquaviva, direttore d'orchestra seriano, clarinettista e sassofonista, da cui cui nasce La Tv in bianco e nero, serata musicale che andrà in scena domani, sabato 27 luglio, in Piazzatta Servalli a Leffe (in caso di pioggia al Cinema Centrale) alle 20.45.

I protagonisti

Sarà lo stesso Acquaviva a dirigere l'OperaFiati, formata da Stefania Maratti (flauto, ottavino), Alice Gelmi (oboe, corno inglese), Damiano Bertasa, Beatrice Cattaneo (clarinetto), Ugo Gelmi (fagotto), Francesco Merlo (sax alto, tenore), Debora Maffeis, Damiano Servalli (corno), Roberto Maffeis (tromba),  Alessandro Castelli (trombone), Giuseppe Garavana (contrabbasso, basso elettrico), Samuele Belotti (percussioni), Filippo Acquaviva (batteria). Completano il cast la cantante Barbara Ravasio e l'attrice Romina Alfieri, che farà da guida alla serata impersonando una "signorina buonasera".

La tv di una volta

Il concerto è dedicato appunto alla televisione di una volta, quella che iniziava al pomeriggio e terminava entro la mezzanotte, che non disponeva di canali commerciali, ma proponeva solamente programmi nazionali. Famiglie di parenti e amici si riunivano nelle case attorno allo schermo o affollavano i bar, per seguire alla sera i programmi preferiti. Questo concerto ha proprio l'obiettivo di riproporre una giornata tipo della televisione di quegli anni. Il programma prevede: apertura delle trasmissioni, programma per i ragazzi, intrattenimenti pre-serali, Carosello, sceneggiati televisivi, spettacoli di intrattenimento serale, chiusura delle trasmissioni.

La tv come interazione sociale

«Credo che, al di là dello spettacolo fine a se stesso – ha spiegato Acquaviva in una recente intervista - la riscoperta della televisione dei primi anni aiuti a capire quale fosse la funzione che aveva a livello sociale. Partendo dal presupposto che in quegli anni chi aveva un televisore poteva definirsi ricco, per certe trasmissioni l'attenzione mediatica era tale che chi non aveva la televisione andava presso la casa di parenti o d’amici per godere dello spettacolo della serata in compagnia, al pari di quanto succede oggi con i grandi eventi sportivi quando ci si trova in piazza di fronte ai maxischermi. Questo tipo di interazione sociale portava per ovvia conseguenza a fare gruppo e a condividere momenti. Inoltre, gli orari fissi rendevano il tutto più discreto e ufficiale rispetto alla mole di informazioni disordinate a cui siamo abituati oggi».

Commenti
Angela

Bellissimo e originale, da non perdere!!!

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