Londra come Gotham City Ecco come sarà il nuovo skyline
L’ascesa immobiliare di Londra non si ferma, anzi procede a ritmi elevatissimi. “Ascesa” è forse proprio il termine più adatto, vista la moltitudine di grattacieli che nei prossimi anni ridisegnerà lo skyline dalla capitale inglese, sostituendo i classici mattoni neobarocchi e rococò con acciaio e vetrate a perdita d’occhio. Lo Shard of Glass di Renzo Piano inaugurato due anni fa è stato solo un assaggio della rivoluzione urbanistica che travolgerà Londra, dettata sia da motivi estetici che da ragioni demografiche: nel 2050, infatti, si prevedono ben 11 milioni i cittadini della city, cosa che richiede preventive tutele.
Tantissimi progetti pronti (o quasi). Per offrire qualche numero: 45 nuovi grattacieli sono già in costruzione, 113 hanno avuto il via libera dall’amministrazione e partiranno a brevissimo, 72 aspettano di sbrogliare le ultime pratiche burocratiche, 6 sono momentaneamente bloccati. Saranno tutti palazzi di almeno 20 piani, tra questi almeno una ventina arriveranno addirittura a 50. Moltissimi i quartieri coinvolti, da Tower Hamlet a Greenwich, da Newham a Southwark fino ai paraggi del London Bridge.
La nuova Gotham City. In onore delle celebre città fumettistica teatro delle avventure di Batman, è stato rinominato “Gotham City” un nuovo avveniristico complesso di edifici che sarà ultimato, secondo le previsioni, nel 2019. Si svilupperà in prossimità del numero 40 di Leadenhall Street, è sarà ispirato allo stile dei grattacieli di Chicago e New York del XX secolo. L’impianto sarà composto da dieci torri variabili fra i 7 e i 34 piani, per un picco di 170 metri di altezza. Sicuramente non saranno i grattacieli più alti (ce ne sono parecchi che supereranno i 200 metri) ma senz’altro la struttura sarà quella più affascinante. Il valore complessivo di Gotham City si aggirerà intorno al miliardo di sterline: un bel salto economico per Henderson Global Investors, che nel 2011 si era assicurata il terreno e le relative licenze con “soli” 175 milioni di sterline. Tutto questo con un occhio all’ambiente: grazie ad una combinazione di pannelli di metallo e vetro, le emissioni di anidride carbonica verranno ridotte del 40 per cento rispetto a un qualsiasi altro grattacielo delle medesime dimensioni.
Non tutti sono a favore. Questa rivoluzione urbanistica non sembra però riscuotere il plauso di tutti: da sempre, il primo oppositore al proliferare di grattacieli a Londra è niente meno che Sua Maestà il Principe Carlo, che si è scagliato in diverse occasione dapprima contro gli stessi grattacieli, definendoli «pustole», per poi passare a chi li pensa («L’architettura moderna ha causato più danni dell’aviazione di Hitler»). Inoltre, una lettera di protesta è arrivata fino al sindaco Boris Johnson, sottoscritta da eminenze della società londinese come l’architetto David Chipperfield, lo scrittore Alan Bennett e l’artista Griff RhysJones. È lo stesso sindaco a rispondere a queste proteste, adducendo come giustificazione la crescita demografica cui si è accennato, ma in cuor suo gongolando per la grande mole di affari che questi nuovi complessi porteranno.