Robusto, instancabile, solido e affidabile, sempre uguale a se stesso, il Maggiolino Volkswagen ha sempre frequentato il cinema, le belle donne, le simpatiche facce da schiaffi. È stato trasgressivo, ma una trasgressione tedesca, quindi non oltre il perimetro del pudore. C’è n’è uno nel Posto delle fragole di Ingmar Bergman, così come è un Maggiolino quello su cui gira Woody Allen in Il Dormiglione, con tanto di battuta quando nel futuro gira la chiave di un modello fermo da due secoli, che parte immediatamente: «Quei tedeschi! Se non facevano guerre…». Quello tutto matto della Disney si chiamava Herbie e aveva il numero 53 spiaccicato sul cofano: la prima automobile parlante al cinema. Decenni prima di Cars. In città, sabato 7 e domenica 8, quell’icona dell’auto è al centro dell11esimo Bèrghem Bug, con tre fulcri: Clusone e il Monte Pora (domani), poi Bergamo, domenica 8 aprile.
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Il nome del raduno, uno dei più affollati d’Italia, punta sul nome inglese della vettura, Bug (variante sintetica di Beetle, nome ufficiale). Per il grande pubblico il momento di maggior richiamo è la domenica mattina, dalle 8.30 alle 11, con circa 250 esemplari, dalla fine degli anni 1950 a oggi, parcheggiati alla concessionaria Bonaldi di via Gemelli 3. Per l’occasione ci saranno delle chicche storiche della collezione «Auto e Moto Lorenzo Bonaldi», dal 1959 a oggi, tra cui un Maggiolino 1200 del 1963, un Foria del 1959, una Pescaccia del 1977 e una Karmann Ghia del 1965.