Il progetto artistico

Un vampiro bergamasco a New York L'ombra di Mastrovito su NYsferatu

Un vampiro bergamasco a New York L'ombra di Mastrovito su NYsferatu
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«Uno che dell’eclettismo ha fatto una cifra personale, mescolando disegno, pittura, scultura, installazione, cultura alta ed estetica pop, letteratura, cinema, spiritualità, passione per il calcio, suggestioni filosofiche e riferimenti alla storia dell’arte». Presentazione magistrale quella che fa Helga Marsala su Artribune. Il soggetto è Andrea Mastrovito, 38enne di Bergamo, tra gli artisti italiani delle ultime generazioni più apprezzati a livello internazionale. Il suo nuovo progetto lo porta ad affrontare l’ombra delle paure ataviche, il disordine della notte che minaccia la sicurezza della vita civile, l’incubo che si allunga sulla società della speranza. Sentimenti oscuri, egregiamente riuniti nel buio del film Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau, uscito nel 1922 e ispirato al Dracula letterario di Bram Stoker. Una pellicola, tra l’altro, che ebbe un destino avverso: in quanto versione cinematografica non autorizzata, venne condannata alla distruzione per violazione del diritto d’autore. Andarono al macero tutte le copie sulla piazza, tranne una: Murnau l’aveva messa al sicuro. E per fortuna. Il cinema avrebbe perso uno dei suoi miti.

 

 

Il progetto. Mastrovito ora sta portando quelle ombre Oltreoceano, a New York, dove vive da anni (ma a Bergamo ci torna spesso). Collabora con More Art, organizzazione no profit di New York, per realizzare NYsferatu, ambizioso progetto di arte pubblica che unisce film, musica e impegno sociale volto a presentare un resoconto intenso e mordace dei diritti degli immigranti nel mondo di oggi. Come primo passo nel lungo e complesso processo di produzione, Mastrovito, aiutato da una folta schiera di assistenti, sta disegnando a mano e animando il film di Murnau, appunto. A questo scopo, ogni personaggio, ogni gesto, ed ogni sfumatura di espressione verrà ridisegnata per preservare e comunicare il classico stile del film originale, mentre gli sfondi trasporteranno il film al momento storico attuale. Il NYsferatu di Mastrovito sarà infatti ambientato a New York con l’iconica Freedom Tower incombente in ogni scena a evocare le paure contemporanee per l’Altro associate a un’America post-11 settembre. Ogni nuovo sfondo verrà disegnato tre volte per riuscire a replicare il bellissimo e misterioso effetto tremolante dell’otturatore del cinema delle origini. A progetto finito, l’artista e i suoi assistenti avranno creato oltre 35mila disegni originali. Insieme ad altri soci nella comunità, More Art e Mastrovito quindi organizzeranno anche una serie di laboratori in cui gruppi di immigranti discuteranno il film e le sue implicazioni. Durante questi laboratori, i partecipanti riscriveranno parte delle didascalie del film muto, riportando la propria esperienza di espatriati che cercano di rifarsi una vita in un nuovo Paese spesso valicando enormi ostacoli di xenofobia e razzismo. Una volta che le didascalie saranno pronte, Mastrovito le monterà nella versione finale del film che sarà poi presentata in una serie di proiezioni all’aperto nei parchi di New York, gratuite e aperte a tutti. Ogni rappresentazione verrà accompagnata da una colonna sonora originale commissionata a un musicista di rilievo specificamente per NYsferatu.

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La raccolta fondi. Per realizzare il progetto ci vogliono soldi. Mastrovito, tra i tanti talenti, ha anche quello di efficace promoter sui social. Ha attivato una pagina di crowd funding sul sito Kickstarter (sono già stati raccolti quasi 10mila dollari dei ventimila necessari, almeno per il primo step del progetto): si possono versare anche solo 5 dollari. In cambio il nome dei donatori comparirà tra i titoli di coda del film. Non solo: Mastrovito si sta spendendo con tutta la sua verve creativa anche sui social. Ci sono anche dei coloring book (libri da colorare). E torna a galla la passione per l’Atalanta. C’è anche della satira verso Trump, chiaro.

 

 

 

Il perché del vampiro. «In NYsferatu – spiega Mastrovito - la figura del vampiro si adatta a molteplici letture metaforiche Da un lato l’ombra del Conte Orlok che si allunga per le strade di Manhattan richiama immediatamente la minaccia terroristica, dall’altro il vampiro stesso che si aggira sperduto, solo con la sua bara per la città desolata, di notte, cercando una casa e trovando poi il posto adatto per lui solo a Ellis Island (lì dove arrivavano gli immigrati a inizio secolo), rappresenta una chiara metafora dell’immigrazione e della fuga per la speranza di una vita migliore. Oggi questi due temi qui in America (ma non solo, come noi italiani ben sappiamo) vengono sovrapposti e confusi sia dalla stampa che dalla politica, creando una disinformazione che si trasforma in paura, piaga e propaganda coi risultati che tutti noi abbiamo visto pochi giorni fa alle elezioni, creando mostri ben peggiori dei vampiri di celluloidi. Al contempo, NYsferatu scava alle radici del problema, proponendo una rilettura della storia del film e sovrapponendola alla storia dei nostri giorni (il sottotitolo difatti è Symphony of a Century), in cui i concetti di libertà, sicurezza, guerra, finanza e politica vengono personificati dai differenti personaggi sperduti per una città che, invece che “non dormire mai”, pare “non svegliarsi mai”.

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