I prossimi vent’anni di Oriocenter
In apertura, il progetto esclusivo del terzo ampliamento di Oriocenter
Ne I Pilastri della Terra, il più grande romanzo dell’acclamato scrittore Ken Follett pubblicato nel 1989, viene narrato il momento in cui uno dei protagonisti del racconto, Tom il costruttore, osserva estasiato il cantiere della “sua” cattedrale. Un’opera mastodontica, folle. Vent’anni fa circa, su una collinetta appena fuori Bergamo, a vestire i panni di Tom c’era Antonio Percassi: con sguardo tra l’incredulo e il commosso, osservava i camion e gli operai in azione nel cantiere di realizzazione di Oriocenter. Il suo sogno, la sua folle intuizione stava diventando realtà.
Nel romanzo di Follett ci vuole quasi mezzo secolo perché la cattedrale di Tom venga realizzata; e anche Oriocenter, a vent’anni esatti dalla sua inaugurazione, è solo a poco più di metà strada dal suo vero completamento. Perché dopo due espansioni (l’ultima recentissima, inaugurata circa un anno fa), si sta già pensando al quarto lotto. La ciliegina sulla torta, il completamento di un progetto nato come scommessa e diventato un modello. Nei giorni della festa, del Black Friday, dell’avvio delle spese natalizie, in realtà il pensiero di Percassi e delle tante persone che con lui, negli anni, hanno dato vita a Oriocenter è già rivolto al futuro. E affinché anche il futuro si trasformi in un successo, serve la stessa lucida follia che portò alla nascita di una «bestia da 180 negozi (oggi diventati 280, ndr) e quattromila posti auto interrati su due livelli», come dice Percassi. Una follia uguale nella grandezza, nella maestosità, ma diversa, profondamente diversa, nell’applicazione. Perché i tempi sono cambiati, il mondo ha iniziato a correre a velocità impensabili due decenni fa. Oggi tutto corre su fibra, anche lo shopping. E così anche Oriocenter deve cambiare pelle.
Foto di Mario Rota
I primi passi verso il futuro il centro commerciale li ha già mossi con l’inaugurazione, avvenuta nel 2017, del cosiddetto “polo del lusso”: una nuova ala con brand di altissimo livello, un cinema multisala all’avanguardia e la food court, un’area cibo innovativa sia nell’offerta che nell’architettura. Ma non basta. In un’epoca in cui con un solo click puoi comprare qualsiasi prodotto e fare in modo che questo ti arrivi direttamente a casa in meno di ventiquattr’ore, non si può pensare che il futuro di un centro commerciale resti (come il suo nome farebbe pensare) il mondo del commercio. «Bisogna vendere emozioni, prima che prodotti», dichiara Percassi, pur senza sbottonarsi. Ed emozionare, secondo lui, significa «fare in modo che chi viene qui entra contento ed esce, ore dopo, felicissimo. Bisogna rendere Oriocenter una destinazione adatta a tutti: bambini, mamme, papà, nonni. E questo lo fai aprendo lo sguardo al mondo». Se vent’anni fa Percassi osservava il cantiere di Orio con sguardo attonito e incredulo, oggi i suoi occhi sono fissi sulla linea dell’orizzonte alla ricerca del nuovo. Perché una bozza di progetto per il quarto ampliamento di Oriocenter c’è già. Le bocche sono ovviamente cucite, gli iter burocratici per poter procedere sono lunghi e macchinosi. Ma qualcosa filtra. Tipo la volontà di chiudere il cerchio, o meglio, il quadrato: la nuova ala, infatti, dovrebbe congiungere il secondo ampliamento con il terzo, rendendo la struttura di Oriocenter una specie di “fortezza”, una vera e proprio cittadella dello shopping, ma anche dell’entertainment. Nel futuro Oriocenter, infatti, ci sarà molto probabilmente un’area interamente dedicata a eventi, che potranno...