Un salto in Thailandia

Posti fantastici e dove trovarli Bangkok, la città dai mille volti

Posti fantastici e dove trovarli Bangkok, la città dai mille volti
Pubblicato:
Guide: Lonely planetRoughguides.

 

Appena arrivati saltano agli occhi il traffico, l’umidità e i tuc tuc impazziti. Guardando queste api colorate sfrecciare da una parte all’altra ci si domanda come possa Bangkok essere considerata una meta turistica. A sei ore di fuso orario dall’Italia, con i suoi otto milioni di abitanti, è la città più popolosa e grande della Thailandia. Per muoversi sono circa 240mila le persone che ogni giorno scelgono la metropolitana. Per i turisti, però, una valida alternativa sono i tuc tuc, la coloratissima versione asiatica dell’ape cross nostrano.

Le prime due ore sono quasi per tutti di spaesamento. Spesso si arriva in centro in taxi (ne possono capitare anche di rosa shocking con i sedili foderati con la faccia di Hello Kitty), superando due o più ingorghi di fronte a centri commerciali, Mc Donald’s e sopraelevate. Raggiunto l’albergo (che sia un grattacielo da 60 piani o un ostello per backpacker poco importa) ci si può subito tuffare in uno dei quartieri più caratteristici e colorati della città: Chinatown. Ci si ritrova così a camminare tra templi e archi cinesi, zigzagando tra statue di Buddha sorridenti, sdraiati e di fianco, commercianti d’oro e mercati di pesce, venditori di thè verde e di succhi di melograno. Non mancano le bancarelle di imprecisati alimenti sotto sale e gli ambulanti con spinosi frutti tropicali. Qui i grattacieli si vedono solo in lontananza, le loro luci che si accendono a intermittenza per tutta la notte.

 

 

Lo shopping. Per chi ama, invece, le vetrine scintillanti, le marche europee e l’aria condizionata non resta che scegliere Siam Square, un quartiere centrale che è un susseguirsi di centri commerciali, nati fianco a fianco senza soluzione di continuità. La mecca dello shopping dove trovare marchi e prodotti internazionali, oltre che una larga fetta della “Bangkok bene”.

I templi. Altra tappa fondamentale nella scoperta della città sono i templi, principalmente buddisti, religione principale del Paese. Tra i più visitati vi sono quello del Buddha di Smeraldo, situato all’interno dello splendido palazzo reale, e il tempio del Buddha disteso, che ospita una gigantesca statua di 46 metri di lunghezza e 15 di altezza. È in questo complesso religioso che nacque anche la prima scuola di massaggio thai.

Massaggi e mercati. Proprio i massaggi sono un altro dei must della città, assieme a un giro in uno dei mercati galleggianti, dove vengono venduti cibo e frutta fresca, in un commercio a pelo d’acqua, tra una barca all’altra. Preferibile un giro la mattina presto, tra le sei e le sette, orari più che accettabili per la maggior parte dei thailandesi, abituati ad iniziare la giornata ben prima di noi, in una quotidianità regolata da temperature elevate e da un’umidità che durante il periodo estivo rende difficili molte attività.

 

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Sul fiume e... Obbligatorio anche un giro in battello sul fiume, qualche acquisto in un mercato di amuleti e un giro per Banglanphu, un quartiere storico dove si può ancora ritrovare la Bangkok di altri tempi, camminando tra stradine strette, piccoli templi e vecchie case tradizionali thailandesi.

Il tour gastronomico. Impossibile andarsene senza un tour gastronomico, per il quale basta fare un giro nella food hall del Siam Paragon, uno dei centri commerciali più grandi e lussuosi. Da provare sono i mochi giapponesi, i crispy noodles, il mango sticky rice, i dolcetti al taro e i biscotti ai fagioli.

Bangkok è una città eclettica, di cibo, shopping e divertimento. Una città di tuc tuc, biciclette, mercati di fiori e grattacieli, dove l’altra faccia dei templi sono locali a luci rosse, rooftop bar e alberghi a cinque stelle. Una città di arroganti centri commerciali e silenziosi templi dorati, amichevoli di fronte alle basse case di legno davanti al fiume. Una città dai mille volti, dalle Longchamp del centro commerciale Siam Paragon alle statue del tempio induista del Wat Arun, dalla maestosità degli Sky Bar alla quotidianità dei mercati di frutta.

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