Patrimonio Unesco

Posti fantastici e dove trovarli Varsavia, rinata pietra su pietra

Posti fantastici e dove trovarli Varsavia, rinata pietra su pietra
Pubblicato:
Guide: Lonely Planet, Rough GuidesThe Guardian

 

Sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale e all’era comunista, Varsavia è stata ricostruita pietra su pietra dai polacchi che reclamavano la loro capitale. Per ridisegnare il centro storico urbanisti e architetti hanno dovuto usare tutto quello che avevano: dalle foto alle vecchie planimetrie fino ai quadri di Canaletto. Un lavoro durato anni, svolto così fedelmente che nel 1980 l’Unesco ha dichiarato il centro storico di Varsavia Patrimonio dell’Umanità.

Il centro. Passeggiando per la Piazza del Mercato è facile andare indietro nel tempo ricordando quando la si usava non solo per le fiere ma anche per le condanne a morte. Una piazza affascinante, che ospita la statua della sirena, protettrice e simbolo della città, creatura imprigionata, secondo la tradizione, da un ricco mercante e poi liberata dal figlio di un pescatore. Sempre nella stessa piazza si trova anche un’insegna con un basilisco, mostro che con lo sguardo trasformava i passanti in pietra.

 

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Poco distante è il Castello Reale, un tempo residenza dei re e dal 1596 sede della Dieta  Polacca, qui trasferita dopo che un incendio bruciò il Castello Reale di Cracovia e fu deciso di spostare la capitale del paese a Varsavia. Fatto interamente demolire da Hitler e ricostruito durante la Guerra, il Castello ospita una grande collezione di opere d’arte, oltre che la sala dove il 3 maggio 1791 fu proclamata la costituzione polacca, seconda al mondo, dopo quella americana del 1787.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza fu invece voluto da Stalin e ospita all’ultimo piano una bellissima terrazza panoramica. Poco distante si trova il Westin Warsaw, un hotel a cinque stelle con una facciata di vetro e una torre rotonda: esempio dell’architettura moderna che si ritrova in vari angoli della città.

Tra i palazzi storici da non perdere il Lazienki Królewskie, il cui nome significa “bagni reali” e Palazzo Wilanow, una tenuta risalente all’epoca della Confederazione Polacco-Lituana, con un parco all’inglese e giardini ala francese, che – diversamente da tanti altri edifici cittadini –  non è stata completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

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I musei. Per quanto riguarda i musei, oltre al Museo Nazionale, grazie al quale sono state salvate tante delle opere conservate al Castello Reale prima che fosse distrutto, molto interessanti sono il Museo del Castello (con rara collezione di tappeti orientali), il Museo della Collezione di Giovanni Paolo II e il Museo Chopin, compositore e pianista polacco. Imperdibile anche il Museo dell’Insurrezione, che ricorda il 1944, quando l’Esercito Nazionale Polacco combatté contro le truppe tedesche di occupazione per liberare la città. Memoria dello stesso periodo sono anche i Milk Bar, ideali per provare piatti tradizionali e genuini, ristoranti di cucina casalinga che durante la guerra furono creati come mense per gli operai dal Partito Comunista.

Le chiese. Attore fondamentale nella storia polacca dell’ultimo secolo è stata sicuramente la Chiesa cattolica, che ha avuto un ruolo chiave nell’emancipazione del paese dal blocco comunista. Tra i luoghi di culto più importanti di Varsavia, da ricordare il Santuario della Madonna Misericordiosa, patrona della città, che custodisce il quadro della Vergine al quale nei secoli tante grazie sono state richieste (e ottenute). Fuori della chiesa un orso di pietra, che, secondo la leggenda, tiene prigioniero un principe.

Pur non avendo il fascino di altre città dell’Est Europa (come Praga o Budapest), Varsavia è un monumento al coraggio di un popolo che nel dopoguerra  ha interamente ricostruito la sua immagine, una città “risorta” che unisce al fascino del centro storico grattacieli moderni e palazzi del periodo sovietico.

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