Posti fantastici e dove trovarli Viaggio in Nepal, la meraviglia
Guide: Lonely Planet, Rough Guides, Guardian.
Un piccolo Stato tra il Tibet e l’India, il Nepal stupisce con montagne di ottomila metri, monasteri quasi irraggiungibili, risaie verdissime e pianure con un clima tropicale, un paesaggio di incredibile ricchezza naturalistica al quale si aggiunge l’eredità storica di città come la capitale Kathmandu, Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Un paese che, arrivando da oltre due secoli di monarchia, è diventato una repubblica nel 2008, dopo una guerra civile durata undici anni che ha causato più di tredicimila morti. Uno Stato bellissimo e sfortunato, colpito a più riprese da violentissimi terremoti, di cui l’ultimo, dell’aprile 2015, ha provocato oltre novemila vittime e causato danni irreparabili.
La perla: Kathmandu. Perla nazionale è sicuramente Kathmandu, nata a 1350 metri di altitudine in una valle bagnata da due fiumi sacri (il Bagmati e il Vishnumati), zona da sempre crocevia commerciale tra Cina e India. La piazza principale, Durbar Square, sembra il set di un film: si rimane a bocca aperta davanti a templi con caratteristici tetti a pagoda, alle torri alte e agli edifici regali, decorati con gradinate e statue, eredità della dinastia Malla che li fece edificare tra il XV e il XVII secolo. Fortemente danneggiata dal terremoto del 2015, la piazza mantiene però la sua atmosfera magica, simbolo delle competenze degli artigiani Newari che adornarono la città nel corso dei secoli. Altre anime della città si ritrovano nei quartieri di stradine strette, nel silenzio dei templi e nella confusione inarrestabile dei mercati dove carretti e risciò si scontrano con moto e vacche sacre.
Le altre città. Poco distante dalla capitale si trova Bhaktapur, la città dove si trova il Palazzo delle 55 Finestre, dove, tra templi a gradoni e leoni di pietra, Bertolucci girò il film Piccolo Buddha. Meta preferita degli amanti della montagna è invece Pokhara, cittadina sul lago Phewa circondata dalle vette dell’Annapurna e del Machapuchare, che si innalza per quasi settemila metri. Dedicata a Shiva, è chiamata “la Vergine” dato che nessuno ha mai potuto scalarla. La terra dell’Everest e dell’Annapurna, il Nepal colleziona infatti le montagne più alte del mondo: è qui che si trovano otto dei quattordici massicci che superano gli ottomila metri.
La giungla. Meno di duecento chilometri a sud di Kathmandu, invece, il paesaggio cambia completamente. Nel parco di Chitwan, ad esempio, si scopre una nuova dimensione di questo paese estremamente eterogeneo nei suoi ecosistemi naturali: qui si apre una fittissima giungla umida abitata da rinoceronti, coccodrilli, orsi e dalle famose tigri del Bengala. In questa zona del paese ovunque si vedono campi coltivati, risaie e boschi di sal, un gigantesco albero frondoso. Un paesaggio naturale talmente bello da far ben capire come mai, in questo paese, si creda che in tutto ci sia un’anima.
La religione. Evidente, a Kathmandu così come in tutto il Nepal, è come la religione abbracci tutti gli ambiti della vita, declinandosi in una filosofia basata su un rispetto, che permette a Induismo e Buddismo di vivere insieme, lasciando templi, stupa, pagode e monasteri sviluppare un sincretismo religioso molto diverso dalla logica delle religioni occidentali. Un’attitudine, quella religiosa nepalese, che analizza la realtà sotto tutti punti di vista, compresi quelli più terreni. Lo si capisce bene osservando le decorazioni di molti edifici religiosi come il tempio di Jagannath di Katmand di Kathmandu, sui cui capitelli sono intarsiate le posizioni del Kamasutra, oppure nel palazzo reale della città di Patan, dove le forme dell’amore sono scolpite sul legno. Ovunque si vedono colorate bandierine buddiste, appese in alto perché il vento porti i mantra che vi sono scritti fino al cielo, mentre dappertutto si sente ripetere namasté, ovvero «io saluto tutte le qualità divine che sono in te».