Prendete figli, nipoti, armi e bagagli e visitate il Deutsches Museum

L’avete mai visitato il Deutsches Museum di Monaco di Baviera? Beh, andateci. Soprattutto se avete figli o nipoti in età di medie e di liceo, fateci un salto. I Bavaresi - secondo il Cancelliere prussiano Otto von Bismarck - sono «una via di mezzo fra gli Austriaci e un essere umano», cosa che li rende, in fondo, assai vicini agli Italiani nella considerazione degli sprezzanti Piefken, ossia dei Tedeschi del Nord (Hannover, Lubecca, …). Qualcuno ricorderà anche come viene trattato dalla famiglia lubecchese dei Buddenbrook il povero Permaneder, secondo marito - bavarese, rumoroso, gran bevitore di birra - di Tony nel famoso romanzo (I Buddenbrook per l'appunto) di Thomas Mann. Monaco è la città italiana più a Nord, dicono da quelle parti. E non è un complimento: ma il mondo va così.
Sta di fatto che il Deutsches Museum, sulla Museuminsel (l’isola più grande sul fiume che attraversa la città; l’altra è poco distante, a valle) è un gran bel museo. Già non bastava un giorno per visitarlo tutto nei lontani anni Sessanta. Ce ne volevano due abbondanti negli anni Ottanta - perché questo è un museo che non si ferma mai. Ancor oggi ce ne vogliono almeno due più una discreta attitudine a rimanere in piedi per diverse ore di seguito. Però fidatevi: ci sono tante di quelle cose meravigliose da vedere - anche la capsula del Progetto Mercury - che la fatica si sente solo la sera, tornando in albergo. Trovatevi un albergo comodo.
Si è detto due giorni, ma c’è anche la sorpresa, perché oltre alla sede storica, il DM ha aperto due nuove sezioni (in realtà due musei specialistici). Una sempre a Monaco e una a Bonn - che però è fuori mano per chi ha pensato di fare soltanto una gita fuori porta. L'ultimo dei due di Monaco, situato a Theresienhöhe e aperto nel 2003, è chiamato Deutsches Museum Verkehrszentrum (Sezione mobilità e traffico) ed è dedicato alla tecnologia dei trasporti, in particolare terrestri. Manca solo l’impronta della prima calzatura dei Neanderthal: per il resto c’è tutto. Mezz'ora coi mezzi dalla sede centrale.
L’altro, il Flugwerft Schleißheim, che potremmo tradurre l’Hangar di Schleißheim, situato nei pressi di un aeroporto secondario a poche decine di metri dal castello di Lustheim (almeno il parco andrebbe visitato: è uno spettacolo), si estende per oltre 12 ettari e vi si può trovare raccolta, spiegata, smontata e ricomposta l’intera storia dell’aviazione mondiale. Da Museuminsel, coi mezzi, ci vuole un’oretta. Tra loro le sedi staccate distano, coi mezzi, una quarantina di minuti.




Tutto ciò per dire cosa? Che uno, se non ci va, difficilmente si rende conto di cosa possa significare un museo fatto per aumentare le competenze dei visitatori, un museo che cresce continuamente testimoniando fin nei minimi particolari una passione per l’utilità pubblica difficile da riscontrare altrove. Certo, i Tedeschi, per quanto Bavaresi, sempre Tedeschi sono, e quindi molti degli esperimenti di fisica, di chimica e di elettricità che i ragazzi sono invitati ad attivare hanno la spiegazione solo nella lingua locale. E non sempre funzionano forse perché qualcuno, non capendo le istruzioni, li ha scassati.
Che musei di questo genere fanno capire benissimo come mai le F1 Mercedes arrivano sempre prima e seconda, quest’anno: perché in Germania le industrie non sono lasciate sole. Al contrario, recando lustro all’intero Paese, l’intero Paese fa rete attorno a loro, sicuro di ricavarne un gran bene anche solo dal punto di vista tecnico.
Che parlare - oggi - di strade chiuse per i giovani dovrebbe suonare come una specie di bestemmia.
Tutte e tre le sezioni testimoniano infatti che l’innovazione è sempre possibile, a dispetto di tutti. E dunque: forza, ragazzi. Il mondo è vostro.
A questo punto, se non vi sentirete ancora vinti dalla stanchezza, potreste pensare di risalire l’Isar (il fiume delle Museuminsel) e perdervi nella bellezza di qualcuna delle sue riserva naturali. Se siete patiti del "birdwatching" la vostra destinazione non può che essere la riserva naturale Vogelfreistätte Mittlere Isarstauseen (nessuna paura: vuol dire solo che è un posto dove si possono vedere gratis un sacco di uccelli, nella media valle dell’Isar), importante tappa per uccelli migratori. Sono state avvistate più di 260 specie differenti di uccelli, tra i quali specie rare come la sterna comune e il pettazzurro. E se la sterna comune è una specie rara, figuratevi le altre. Se, invece, vi piace pedalare, ce n’è davvero per tutti i gusti: da Garmisch-Partenkirchen - nell’alta valle dell’Isar - fino a dove il fiume si getta nel Danubio, 5 chilometri a sud di Deggendorf; dal sorgere del sole al tramonto. Si tratta in genere di percorsi ciclistici dedicati, molto attenti a favorire le gite in bici delle famiglie.