L'eVolo Skyscraper Competition

Gli audaci grattacieli del futuro

Gli audaci grattacieli del futuro
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Anche quest’anno, eVolo Magazine, nota rivista di architettura e design, ha sottoposto a una giuria internazionale di esperti, tra cui Massimiliano Fuksas e Benedetta Tagliabue, i 408 progetti futuristici, tecnologici e bizzarri, provenienti da tutti e 7 i continenti, immaginati dagli architetti per le città del domani e per grattacieli del domani. Sono i progetti che hanno partecipato alla decima edizione della Skyscraper Competition, concorso inaugurato da eVolo nel 2006 con l’intenzione di premiare chi osa sfidare il modo di intendere la verticalità dell’abitare e il suo rapporto con l’ambiente circostante. Tra tutti questi, la giuria ha scelto i tre migliori progetti e molti altri per delle menzioni d’onore. Questi edifici, oggi, non sono ancora stati fisicamente realizzati, ma sono il futuro. Sono una risposta concreta e vera ai problemi che assillano oggi i nostri spazi urbani, trovata attraverso la forza dell’ingegneria e dell’architettura. Ma vediamo quali sono.

 

Podio

ESSENCE

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Realizzato dallo studio polacco BOMP (Ewa Odvjas, Agnieszka Morga, Konrad Basan e Kakub Pudo), questo è il progetto che ha vinto il primo premio della competizione. Al suo interno presenta ben 11 diversi habitat naturali ed è stato pensato per sfuggire alla vita urbana grazie alla riproduzione, in una mega struttura urbana, di questi scenari naturali, come oceani, giungle, grotte, cascate, utili ad evadere momentaneamente dal caos quotidiano stimolando esperienze diverse.

 

SHANTY-SCRAPER

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Al secondo posto è stato scelto questo progetto indiano, opera di Suraksha Bhatla e Sharan Sundar. Le motivazioni della medaglia d’argento sono da ritrovare nel forte substrato sociale che ha guidato i due progettisti nella realizzazione di questo grattacielo. Si tratta infatti di un complesso residenziale e lavorativo per gli abitanti della povera area di Chennai, in India. Il Shanty-Scraper non risponde solo all’esigenza urbanistica e di rigenerazione umana, ma punta sul riciclo, riutilizzando i materiali di scarto dei cantieri cittadini come vecchi tubi, lamiere e legname.

 

CYBERTOPIA

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Sul gradino più basso del podio troviamo il progetto di Egor Orlov, architetto russo, che immagina il futuro delle città come una combinazione tra mondi fisici e mondi digitali. Uno spazio che cresce e si trasforma istantaneamente in base alle esigenze degli abitanti, merito di una progettazione futuristica in cui i due mondi reinventano modelli abitativi e in cui questa dinamicità e questa flessibilità consentono agli inquilini di cambiare la propria casa all’istante, realizzando ad esempio una nuova stanza con l’aiuto di droni e stampanti 3D.

 

Menzioni d’onore

 

LIMESTONE HILLS

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Questo progetto è teso a trasformare gli “scheletri” delle miniere di calcare nelle basi e nelle fondamenta di nuovi grattacieli avveniristici.

 

TOWER OF REFUGE

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Progettato dal cinese Qidan Chen, è ispirato all’Arca di Noè. Il desiderio dell’architetto era riuscire a immaginare e realizzare uno spazio in cui le specie di tutti i tipi possano vivere in tranquillità, con luce solare, acqua e aria. Una sorta di ambiente in grado di ricreare tutte le condizioni di sopravvivenza.

 

AIR MONUMENT

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Restiamo in Cina grazie al progetto di Shi Yuqing, Hu Yifei, Zhang Juntong, Sheng Zifeng e He Yanan. Questo non è un edificio pensato per gli uomini, ma per la ricerca. Il suo obiettivo, infatti, è creare una gigantesca banca dati in cui vengano raccolti e archiviati campioni atmosferici in grado di spiegare e prevedere i cambiamenti climatici.

 

REVERSAL STRATEGY

reversal-strategy-is-a-proposal-to-construct-tall-thin-buildings-on-top-of-the-existing-infrastructure-so-that-old-buildings-can-be-demolished-to-make-more-public-space

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non poteva mancare l’Italia: Luigi Bertazzoni e Paolo Giacomo Vasino hanno presentato un progetto assolutamente innovativo. La loro idea è di realizzare delle strutture alte e sottili sulla base di vecchi edifici che si vogliono demolire. Dopo aver realizzato queste “scheletri” esterni, i vecchi edifici possono essere distrutti. Così facendo si creeranno una molteplicità di nuovi spazi pubblici, inseriti all’interno delle strutture aperte degli scheletri architettonici precedentemente realizzati.

 

VERTICAL FACTORIES IN NEW YORK

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Il britannico Stuart Beattie ha studiato un progetto per permettere all’industria americana di continuare a funzionare senza però compromettere il proprio territorio. Ha così pensato a 21 torri che sono in realtà delle “industrie verticali”, posizionate lungo la costa di Brooklyn, che permetterebbero di far ripartire l’economia locale senza toccare la natura.

 

NOAH OASIS

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I cinesi Ma Yidong, Zhu Zhonghui, Qin Zhengyu e Jiang Zhe hanno invece presentato un progetto teso a trasformare le piattaforme petrolifere esistenti in oasi verticali dove ricreare un bio-habitat. L’obiettivo è favorire la creazione di energia pulita e offrire alla flora e alla fauna marina un ambiente di vita sicuro.

 

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È forse il progetto più affascinante e avveniristico quello degli americani Blake Freitas, Grazia Chen e Alexi Kararavokiris. La loro volontà è quella di creare una città dentro la città attraverso la costruzione di un grattacielo alto oltre un miglio, nel cuore di New York. All’interno ci sarebbero diverse aree di destinazione: campi per l'agricoltura verticale, spiagge con piscine, montagne, zone residenziali, zone commerciali, uno stadio, addirittura una foresta. Tutto a portata di… ascensore.

 

BIO-PYRAMID

bio-pyramid-is-conceived-as-a-biosphere-and-gateway-from-the-sahara-desert-to-cairo-and-an-effort-to-reverse-desertification-as-a-result-of-climate-change

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il team di progettisti statunitensi (David Sepulveda, Wagdy Moussa, Ishaan Kumar, Wesley Townsend, Colin Joyce, Arianna Armelli e Salvador Juarez) ha progettato uno spazio teso ad essere un punto di riferimento nel deserto del Sahara. Questa enorme piramide potrebbe sorgere alle porte del Cairo ed essere un’oasi dove combattere la desertificazione, creando un microclima umido al suo interno.

 

ALREADY THERE

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Con questo progetto, l’architetto spagnolo Ramiro Chiriotti Alvarez ha pensato a come pianificare una nuova città attraverso la costruzione di edifici concepiti tenendo conto di tutte e tre le dimensioni. Come spiega lo stesso architetto, «potrebbe essere un ottimo modo per aumentare la densità della popolazione anche nelle città già iper-popolate, senza però andare a toccare gli spazi urbanistici così come sono stati pensati ad oggi, ovvero nella loro vivibilità».

 

UNEXPECTED AURA IN CHERNOBYL

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Il trio di architetti cinesi Zhang Zehua, Song Qiang e Liu Yameng ha pensato a un edificio in grado di riportare la vita a Chernobyl, paese dell’Ucraina colpito dal disastro nucleare del 1986. Il loro grattacielo è sia un monumento, ma anche e soprattutto un purificatore di aria e acqua. L’obiettivo è riportare la vita laddove è oramai sparita.

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