Mentre mezza Italia litiga

A Milano il presepe è dappertutto (Quel Rubens è talmente bello)

A Milano il presepe è dappertutto (Quel Rubens è talmente bello)
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Mentre a Rozzano, alle porte di Milano, una scuola si divide sull’opportunità o meno di festeggiare il Natale, la giunta di sinistra milanese, con il suo sindaco Giuliano Pisapia (che, ricordiamocelo, viene dalle fila di Sel, a sinistra del Pd…) decide di esporre a Palazzo Marino, sede del Comune, un capolavoro giovanile di Peter Paul Rubens, proveniente dal Museo di Fermo, nelle Marche. La sorpresa è nel soggetto: un’Adorazione dei Pastori. Nei fatti una rappresentazione del Presepe.

La tradizione del capolavoro natalizio da offrire alla città è una tradizione lanciata dalla Giunta Moratti di centrodestra e che la giunta arancione di Pisapia ha voluto mantenere. La visita è gratuita, e si traduce immancabilmente in un rito che mette in fila migliaia di persone: l’arte come forza che crea coesione sociale. Tuttavia questa volta la scelta è di quelle che potrebbe sollevare qualche nervosismo: Rubens è il pittore più “cattolico” che ci sia e il suo Presepe è una rappresentazione quasi cinematografica della nascita di Gesù. Le luci sembrano quasi dei riflettori puntati sulla scena, la concitazione dei personaggi è davvero da film: ma soprattutto la centralità è indiscutibilmente assegnata a quel Bambino, “bombardato” da una luce speciale. Che continua ad abbagliare e a far sussultare per la simpatia umana che riscuote.

 

Rubens

 

Non è la prima volta che il regalo natalizio del Comune di Milano coincide con un’immagine religiosa (lo scorso anno era arrivata la piccola Madonna Esterhazy di Raffaello da Budapest); ma questa volta l’immagine è più “spavaldamente” cattolica, meno intima o spirituale. È un’immagine molto fisica, perché Rubens è artista di una fisicità prorompente: era giovane quando dipinse questo “presepe” e con lo sguardo ancora pieno dall’aver visto i capolavori di Caravaggio nelle chiese di Roma (ne aveva anche comperato uno per i suoi “padroni”, i Gonzaga).

Così mentre mezza Italia litiga in modo un po’ anacronistico sull’opportunità o meno di festeggiare pubblicamente il Natale: oltre Rozzano ci sono i casi di Sassari, dove al vescovo è stato impedito di benedire una scuola, e di Padova dove invece il vescovo ha detto che la pace val più dell’arroccamento sulla tradizione. Perché dunque a Milano nessuno ha battuto ciglio? Forse c’entra il fatto che il presepe di Rubens è così bello da stroncare ogni ipotesi di contestazione. La bellezza conquista e spegne ogni asprezza o pretestuosità dialettica…

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Un momento della presentazione della mostra 'Rubens. Adorazione dei pastorì' a Palazzo Marino a Milano, 2 dicembre 2015. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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Un momento della presentazione della mostra 'Rubens. Adorazione dei pastorì' a Palazzo Marino a Milano, 2 dicembre 2015. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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Un momento della presentazione della mostra 'Rubens. Adorazione dei pastorì' a Palazzo Marino a Milano, 2 dicembre 2015. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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Un momento della presentazione della mostra 'Rubens. Adorazione dei pastorì' a Palazzo Marino a Milano, 2 dicembre 2015. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

 

Forse c’entra il fatto che se la tradizione viene concepita come tentativo di conservare un passato, accende reazioni e resistenze. Ma se la tradizione di presenta come bellezza viva, vince tutte le resistenze… Rubens con il suo presepe, che oltretutto con i manifesti ha riempito anche le strade della città. Il presepe, se non lo si usa maldestramente, è un’immagine che unisce, come dimostrano anche freschissime ricerche demoscopiche: secondo Doxa il presepe è il simbolo per antonomasia del Natale e per un italiano su due (55 percento) batte l’albero (21 percento). Sulla stessa lunghezza d’onda la ricerca di Skuola.net su un campione di circa 2200 studenti di scuole medie e superiori il 56 percento degli alunni non è disposto a rinunciare al presepe e solo il 15 percento ne chiede l’abolizione.

 

 

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