Semplicemente Cindy Crawford Che ora forse va in "pensione"
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Sarà il fatto che all’alba dei 50 anni le priorità della vita cambiano, oppure che vedere tua figlia di soli 14 anni fare con una nonchalance invidiabile la stessa professione che tu hai fatto per 30 anni ti fa sentire tremendamente vecchia, fatto sta che Cindy Crawford, a pochi giorni dal compimento del mezzo secolo di vita (spegnerà le candeline il 20 febbraio), ha annunciato che la moda, oramai, per lei è poco più di un bel ricordo. In un'intervista alla rivista Rhapsody, quella che è stata (unanimemente) una delle donne più belle al mondo, ha annunciato che andrà in “pensione”: «Sono certa che nei prossimi anni mi farò ancora scattare foto, ma non come modella. Cosa altro posso fare? Non posso continuare a reinventare me stessa ogni giorno. Non ho altro da dimostrare e non ce ne è nemmeno motivo». Un’affermazione tanto intelligente e matura quanto spiazzante. Non tanto per il contenuto, quanto perché arriva da Cindy Crawford, la donna che ha segnato un’epoca, un’icona di bellezza, stile e sex appeal tutti sapientemente shakerati tra loro da Madre Natura. Come può colei che, a suo modo, ha inventato la figura della top model, dire “basta”, guardare avanti?
Da Cindy a Kaia. «Non posso continuare a reinventare me stessa», ha detto. L’ha fatto per 50 anni (quasi) del resto, passando dall’essere una bambina timida presa in giro dai compagni di scuola per un neo posizionato sopra il labbro, all’essere una donna felice, sposata, con milioni di dollari sul conto corrente e una bellezza che quasi incanta ancora oggi. Di mezzo, tra queste due figure tanto lontane quanto vicine, il mondo: la ragazza di campagna, le estati nei campi a raccogliere pannocchie, la prima foto, il primo shooting, l’università, la decisione di provarci, il successo, ancora successo, un enorme successo. Volto di punta di quella stupefacente onda di top model degli anni ’80 e ’90, Cindy Crawford si è reinventata tutta la vita, osando e scommettendo su di sé, vincendo quasi sempre, fino ad oggi. Quando ha capito che non si può sempre pensare di essere la stessa meravigliosa creatura che, capelli mossi al vento e sguardo languido, appariva sulle cover di mezzo mondo.
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Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford
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Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford
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Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford
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Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford
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Cindy Crawford
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Cindy Crawford
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Cindy Crawford
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Cindy Crawford
Mille: tante sono le copertine che questa donna s’è conquistata nell’arco della sua carriera. Non c’è rivista che non le abbia dedicato una cover. Neppure Playboy s’è fatta mancare, con tanto di notti rovinate a milioni di adolescenti americani. E sebbene attraverso un post su Instagram abbia poi in parte ritrattato le dichiarazioni rilasciate a Rhapsody, in realtà chi la conosce sa che la moda, per lei, è oramai soltanto poco più che una passione. Ha interessi in diversi settori che le occupano gran parte delle giornate e una famiglia che vuole seguire da vicino. Poi, forse, ancora qualche scatto, ma niente di serio. In compenso sua figlia Kaia Gerber, ad appena 14 anni, ha già firmato con una delle più importanti agenzie di moda al mondo (la IMG Model) ed è il nuovo volto della campagna di Chrome Hearts, uno dei marchi di punta tra gli accessori di prestigio, oggetti lifestyle sintesi tra design classico e avanguardia. Lusso, eleganza e rock’n’roll sono gli imprinting estetici che caratterizzano la sua linea di occhiali e anche Kaia, destinata a un futuro brillante, chissà se quanto quello materno. Di certo buon sangue non mente…
La ragazza che raccoglieva pannocchie. DeKalb, cittadina (almeno per gli standard americani visto che ha più di 40mila abitanti) dell’Illinois. Lì è nata Cindy, lì nel 1974, quando lei aveva soli 8 anni, ha visto il suo fratellino morire di leucemia. Nel suo libro Becoming Cindy, pubblicato a settembre 2015 e che raccoglie sue foto e appunti di una vita, la modella racconta che i ragazzi della squadra di baseball locale, quelli fighi insomma, la prendevano in giro per il neo che aveva sul lato sinistro della bocca. La questione era abbastanza seria per lei, che sin da ragazzina si era ripromessa di rimuovere chirurgicamente quel fastidioso neo appena avrebbe potuto. Reinventarsi: poco meno di 10 anni dopo, quello stesso neo era diventato il suo marchio di fabbrica, simbolo di una bellezza tanto eterea quanto carnale. Di mezzo la fortuna, il caso o come dir si voglia. Ogni anno, infatti, d’estate Cindy lavorava nei campi di mais per raccimolare qualche dollaro. Camicetta legata alla vita e schiena piegata a raccogliere pannocchie. Nell’estate dei suoi 16 anni, mentre stava lavorando nel campo, un signore le si avvicinò. Le chiese se poteva scattarle alcune foto perché era bellissima. Probabilmente lei sorrise soltanto. Il successo di quelle foto fu tale che Cindy, quasi senza saperlo, divenne modella. Da buona ragazza di campagna, però, sapeva che doveva avere un paracadute nella vita, e così si iscrisse alla facoltà di ingegneria chimica alla Northwestern University. Di fatto la frequentò pochissimo: il paracadute non dovette mai aprirlo nonostante la sua carriera nel mondo della moda l’abbia portata a quote elevatissime.
50 anni da icona. Non passava inosservata Cindy: 176 centimetri di bellezza pura, 86-66-89, capelli castani perennemente mossi, occhi profondi e quel neo meravigliosamente imperfetto. Se non la perfezione, quasi. Qualche servizio, poi le passerelle, poi le copertine, gli sponsor (nel 1989 quello trimilionario con la Revlon, ad esempio), i videoclip musicali (successo assicurato con lei) e addirittura il cinema, sebbene si rese presto conto da sé che quello non faceva proprio per lei. Di mezzo un matrimonio lampo con il bel Richard Gere, a cui credettero in pochi, forse per primi proprio loro due. Tra le 50 donne più belle del mondo per People, quinta nella classifica delle cento donne più sexy del ventesimo secolo firmata Playboy (per cui fu la prima top model a posare nuda) e terza in quella delle 50 persone più sexy degli anni ’90. Sposata con Rande Gerber, anche allo scoccare degli –anta, Cindy ha saputo reinventarsi, diventando un volto apprezzato della tv americana, zittendo più di qualche malelingua, e aprendosi al mondo dei social senza però diventarne succube.
https://youtu.be/_xL7tciCqjs
Reinventarsi e adattarsi, azioni non semplici, neppure per colei che, insieme a poche colleghe, è stata in grado di cambiare per sempre la professione della modella («Io, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Claudia Schiffer… C’era qualcosa in noi. Ci guardavano in modo diverso, le nostre personalità erano diverse. Ci guardavano quasi come fossimo una boy band»). Dopo aver lavorato con i migliori fotografi al mondo (Meisel, Irving Penn, Patrick Demarchelier, Helmut Newton, Herb Ritts) e aver «ascoltato, ascoltato e ascoltato. Ascoltato tanto», ha preso in mano la propria immagine: «Intervenivo, dicevo come mi sarebbe piaciuto essere fotografata. E loro mi ascoltavano, tenevano da conto il mio parere. Ma ci è voluto molto tempo». Con Cindy la modella è diventata molto di più di un bel volto e un corpo perfetto su una pagina di una rivista. È diventata un modello. Sta poi alle protagoniste fare in modo che sia un modello positivo: «Ho preso coscienza del mio essere modella molto prima del mio essere donna. Quella era una creazione di altri, questa sono io invece. È importante compiere un percorso nella vita, io l’ho fatto».
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Cindy Crawford oggi
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Cindy Crawford oggi
![Image: CHANEL DINNER FOR NRDC "A Celebration Of Art, Nature And Technology"](https://primabergamo.it/media/2016/02/cindy-crawford-file-today-150714-tease2_3707ba45a85e778b2926be08fd218868.jpg)
Cindy Crawford oggi
![Cindy Today 1](https://primabergamo.it/media/2016/02/Cindy-Today-1.jpg)
Cindy Crawford oggi
Un po' di nostalgia, nessun rimpianto. Ora, forse, ha detto basta. La modella e la donna si salutano, si separano: «Mi chiedevo: io amo il mio lavoro, ma sono davvero così superficiale da voler avere sempre i capelli in ordine e il trucco perfetto, da voler ricercare sempre e solo la bellezza? Quello che ho capito è che in realtà ciò che più mi piace e di cui sono appassionata è la comunicazione. E il modo in cui ho comunicato negli ultimi 30 anni è stato per immagini». Reinventarsi, di nuovo. Senza però guardare indietro e trovare tanti rimpianti: «Ti svegli che hai 40, o magari 50 anni, e ci si rende conto che si è ancora se stessi. Il fatto che sto facendo ciò che mi piace, che amo mio marito, che ho dei figli splendidi, non rende indolore lo scorrere del tempo – c’è sempre un po’ di nostalgia per quel che è stato –, ma ti fa domandare: cosa daresti per tornare indietro? Quale giorno o esperienza della tua vita daresti per essere più giovane? Nessuna». Ci mancherà, ma forse no. Perché la Cindy Crawford modella resterà, per sempre.