Il Sir che comprò (per pochi soldi) i più grandi capolavori del Barocco
Dal 26 settembre all’8 febbraio 2015, Roma ospita a Palazzo Barberini la mostra “Da Guercino a Caravaggio. Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo”. L’idea della mostra si deve allo stesso Mahon, che avrebbe voluto festeggiare i suoi cento anni con un’esposizione dei dipinti raccolti nel corso della sua vita e donati alle più importanti istituzioni museali del mondo. I curatori della mostra, Anna Coliva, Mina Gregori e Sergey Androsov, l'hanno accontentato ora: «Questa è la sua mostra», hanno detto. La collezione raccolta da sir Mahon comprende quadri del Guercino, Caravaggio, Poussin e Guido Reni. È stata definita da Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra, «la collezione privata più pubblica che esista»: il grande mecenate ha infatti donato tutte le opere acquistate alle istituzioni, affinché potessero essere ammirate dal maggior numero possibile di persone.
A Palazzo Barberini sono presenti circa 40 capolavori, tutti rappresentativi del Barocco, periodo storico-artistico di cui sir Mahon era un esperto appassionato. Tra i quadri appartenuti alla sua collezione, c’è La Madonna del Passero del Guercino, esposta ora per la prima volta e conservata alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Di quest’opera il collezionista scrisse che «una semplicità di questo tipo non si può facilmente ritrovare più avanti nel periodo giovanile dell’artista». Vi è rappresentata Maria, che sostiene su una mano un passerotto legato da un filo di seta, per fare divertire Gesù. Dal museo bolognese provengono anche altri quadri appartenuti a sir Mahon e presenti nel percorso espositivo, esempi illustri della Scuola Emiliana. La mostra intende valorizzare anche i capolavori delle aree colpite dal terremoto nel 2012, conosciute ed amate da Sir Denis durante i suoi viaggi in Italia.
Dall’Hermitage Museum di San Pietroburgo abbiamo Il suonatore di liuto, di Caravaggio, che tuttavia rimarrà in mostra soltanto fino al 7 dicembre; La giovinezza della Vergine e Tempo, Venere, Marte e Cupido di Guido Reni; Battaglia tra gli Israeliti e gli Amaleciti e Venere, Fauno e Putti di Nicolas Poussin; Assunzione di Maria Maddalena in cielo di Domenichino. Di Caravaggio, sono presenti anche Giuditta e Oloferne, del Palazzo Barberini, Bacchino malato e San Girolamo della Galleria Borghese, Il Cavadenti della Galleria Palatina di Firenze e San Francesco in meditazione, del Museo civico di Cremona. Quest’ultimo è di discussa attribuzione, ma Mahon nel 1951 vi ha visto la mano del lombardo.
Sir Denis Mahon, chi era. Lo studioso britannico nacque nel 1911 e condusse una lunga, lunghissima esistenza vivificata dalle sue grandi passioni: l’arte (soprattutto barocca), la buona tavola e l’opera lirica. Continuò a coltivarle fino alla sua morte, avvenuta nel 2011. Lasciò ai musei europei 76 capolavori, di Guercino, di Caravaggio, di Domenichino, di Guido Reni, descritti da studi che avrebbero cambiato la critica d’arte anglosassone, convinta da John Ruskin che tutto quello che era venuto dopo il Rinascimento non avesse alcun pregio. Ma proprio grazie a questa sottovalutazione del patrimonio artistico post-rinascimentale, e segnatamente barocco, Danis Mahon riuscì a raccogliere in poco tempo (entro il 1964) un considerevole numero di tele che pagò molto poco. Il primo quadro del Guercino, La benedizione di Giacobbe, lo comprò a Parigi nel 1932, soltanto per 120 sterline. L’Elia nutrito dai corvi, sempre del Guercino, venne scoperto in un solaio e acquistato da Mahon per 200 sterline. Nel 1945 si aggiudicò da Sotheby’s, per 80 sterline, il Ratto d’Europa, dipinto da Guido Reni per Wladislaw IV re di Polonia. L’altro concorrente all’asta era il corniciaio Wiggins, a cui tuttavia interessava soltanto la cornice Regence e non la tela che, non essendo mai stata pulita, era nera di polvere e sporcizia.
Sir Denis esercitò fin da bambino la sua abilità di critico dall’occhio infallibile, quando con il padre giocava alle attribuzioni di quadri e affreschi. Importantissimi furono ovviamente anche gli studi, compiuti sotto la guida di Kenneth Clark, direttore all’Ashmolean Museum di Oxford, e di Nikolas Pevsner, il quale suggerì a Mahon di occuparsi del Guercino. Nel 1934 compì il suo primo viaggio in Italia, a Ferrara. A quel punto, l’amore per l’arte era già diventato destino.