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Steven Wilson, bella svolta pop per portare la musica “all’osso”

Steven Wilson, bella svolta pop per portare la musica “all’osso”
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Ogni volta che tocca il suolo italiano fa sold out. Steven Wilson, l’artista prog rock più seguito e amato nella nostra penisola, giovedì 14 suona al Creberg Teatro (biglietti da 40 euro). Il suo ultimo album “To The Bone”, del 2017, ha avuto ottimi riscontri in tutto il mondo, con la diretta conseguenza che il tour non si ferma.

 

 

«Ecco, pure lui ha voluto sfornare un album di facile ascolto per fare soldi ancora più facili», avranno pensato i fan più affezionati una volta ascoltate “Pariah” e “Permananting”, ovvero i primi due singoli estratti dall'ultima fatica in studio del Porcospino più geniale della musica intitolata “To The Bone”. Si esatto, “fino all'osso”. Perché è questo che rappresenta quest’album. "To the Bone" è un viaggio interiore dell'artista, una fotografia a colori di quella che è stata la sua infanzia musicale, una fotografia scattata dallo stesso Wilson per rendere omaggio agli artisti che lo hanno accompagnato durante la sua esistenza. È stato questo dunque a spingere un artista che ha sfornato piccoli capolavori del prog (forse non poi così piccoli) come "Lightbulb Sun" o "The Raven that Refued to Sing" a cambiare rotta musicale. Non solo progressive quindi, ma anche qualcosa di più semplice e immediato, senza per forza scendere a compromessi inutili. Un album pop, vero, ma scritto con una classe e un amore decisamente difficile da trovare nel panorama musicale del suddetto genere. Wilson si è circondato di musicisti fenomenali e ha dato vita ad un album pieno di pathos, di emozioni, di colori e sensazioni positive.

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