La gloriosa storia del bikini Settant'anni da far girare la testa
Il 5 luglio 1946, settant'anni fa, veniva presentato al mondo per la prima volta il bikini, il costume da bagno che ha cambiato per sempre le estati di milioni di donne. E fu subito scandalo, unito a un successo planetario. Il due pezzi, anno dopo anno, è diventato un'icona, assumendo mille forme, colori e fantasie. Solo negli ultimi 3 mesi su eBay.it è stato venduto un bikini ogni 7 minuti. Il bikini però non è solo qualcosa da indossare, ma un vero e proprio mondo di riferimento che ha plasmato a sua immagine dai complementi d’arredo ai gadget per smartphone e tablet. La storia del moderno costume da bagno inizia però in un passato molto lontano.
Il primo bikini. La prima testimonianza della sua presenza nella vita quotidiana è documentata in un mosaico romano che risale al III sec. d. C. a Piazza Armerina. Qui si notano diverse donne che giocano insieme abbigliate con un costume a due pezzi che pare indubbiamente ricordare il bikini. Ma forse, è ancor presto per utilizzare questo nome. Nell'antichità il bagno si faceva dove capitava, senza alcun interesse particolare per le zone marine e del relativo abbigliamento non si parlava assolutamente. Non creava scalpore immergersi in acqua completamente nudi e, più che al mare, si andava nei bagni o nelle terme dove, oltre che per motivi d’igiene e di benessere, ci si recava perché erano luoghi in cui si svolgeva un’intensa attività sociale. Il capo d'abbigliamento usato, tendenzialmente, era la famosa toga. Medioevo e rinascimento non danno spunti degni di nota per quanto riguarda il costume da bagno.
La scoperta del mare. Dal 1750 a Parigi si diffonde la moda dei bagni sia che questi avvengano in laghetti o fiumi. Si scoprono le salutari proprietà dell'acqua marina e così incominciano i primi viaggi nelle riviere mediterranee. Per queste occasioni viene creato un abito con corpetto e calzoni, in tela spesso da marinaio, sovrapposto spesso da una grande gonna che a contatto con la acqua si gonfia enormemente. Da notare l'uso di guanti e parasole, lunghe calze nere e scarpine allacciate. Si sa, la cosiddetta tintarella non era ancora ben vista dato che la pelle abbronzata era caratteristica delle classi inferiori. Durante tutto l'Ottocento, invece, le donne si immergono in acqua avvolte in abbondanti mantelli chiusi. Con il tempo, però, gli abiti iniziano ad accorciarsi leggermente, e le gonne delle sopravvesti si fanno meno ampie. I completi si arricchiscono di nastri e spighette bianche e blu secondo la moda alla marinara, con il colletto rettangolare sul dorso.
Inizio '900. I benefici offerti del sole e i raggi solari, fanno ridurre ulteriormente la stoffa con cui vengono confezionati i costumi da bagno. Sempre in Francia nel 1915 nascono le prime case di moda specializzate in questo tipo di abbigliamento. Negli anni venti, Coco Chanel, lancia la moda della “donna bella solo se tutta abbronzata” e manda sul mercato alcuni costumi che iniziano ad essere scollati e corti. Le scollature sulla schiena iniziano ad ampliarsi e i pantaloncini si staccano dal corpetto. I costumi, ormai elasticizzati, sono più aderenti slanciando il corpo femminile e iniziando a mostrarlo nelle sue forme. Le fantasie che vanno per la maggiore sono colorate stampe a fiori, mentre si diffondono le vestaglie da portare sopra il costume: lunghe e ampie con cintura in vita.
Bikini. Siamo nel luglio del 1946. E gli americani stanno conducendo dei test nucleari con bombe a idrogeno su un atollo delle isole Marshal di nome Bikini. A pochi giorni da queste sperimentazioni, il 5 luglio 1946, uno sconosciuto ma geniale sarto francese, Luis Reard, lancia una nuova moda per l'estate: un costume a due pezzi, composto "solo" da una mutandina e un reggiseno. Lo chiamerà bikini, per l'appunto, visto che sarà una bomba all'interno di quelli che erano i costumi e le tradizioni dell'epoca. Addirittura Reard faticò a trovare una modella che posasse pubblicamente indossando la sua ultima creazione. L'unica che accettò fu Micheline Bernardini, una spogliarellista di Casinò. La ridotta mutandina che lasciava scoperto l’ombelico fu un autentico shock e non venne accettata immediatamente. Ci vorranno anni e donne coraggiose prima che il bikini entri nell’abbigliamento comune da spiaggia.
Ursula Andres
Marisa Allasio
Micheline Bernardini
Brigitte Bardot
Negli anni cinquanta le donne usavano ancora costumi interi fascianti, con scollature a cuore. Ma come spesso accade sono i vip quelli che riescono a dettare stile e moda del momento. La prima a lasciare il segno è Brigitte Bardot quando a metà degli anni cinquanta, sulle spiagge di Saint Tropez, sfoggia il primo bikini con reggiseno a balconcino dal disegno bianco e rosa.
E a seguire dopo di lei altre attrici o show girl dello spettacolo hanno aiutato nella consacrazione del bikini. Nel '56 è il turno di Marisa Allasio quando nel film “Poveri ma belli” indossa un bikini “davvero al limite della decenza”. A seguire, ma gli anni avranno già iniziato ad accettarlo, Ursula Andress in “007 Licenza d’uccidere”.
Oggi. Arrivando fino ad oggi, dove il bikini è ormai la prima scelta (davvero vasta) tra gli acquisti per l’estate. Costumi interi, a due pezzi, mutandine con taglio alto e basso, top, reggiseni push up, monokini, tanga e micro costumi. E così i colori. Classici, sgargianti, a righe, a fiori, fantasie colorate. Adesso, non appena arriva l'estate e si programma la tanto attesa vacanza al mare, una delle prime cose che facciamo è scegliere il costume da portare con noi. E ormai non abbiamo che l'imbarazzo della scelta.