Patrimonio da salvare

Tradizioni e antichi mestieri, Leffe accende in un film... "La luce dei ricordi"

Il regista Luca Capponi presenta il cortometraggio dedicato ad antichi mestieri, luoghi e persone: un affresco d'altri tempi per salvare valori e memoria

Tradizioni e antichi mestieri, Leffe accende in un film... "La luce dei ricordi"
Pubblicato:
Aggiornato:

Un tuffo fra i ricordi, per raccontare la storia di una comunità, comprendendone radici ed orizzonti. È in programma stasera (venerdì 12 aprile), alle 20.45 presso l’Auditorium dell’Oratorio San Martino di Leffe, la “prima” del cortometraggio La luce dei ricordi, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune e realizzato dal regista Luca Capponi.

Si tratta di un’efficace carrellata di ricordi, nella quale grazie a video e fotografie d’epoca è possibile rivivere le atmosfere di un tempo, fatte di oggetti domestici oggi dimenticati (o addirittura sconosciuti) e di una socialità vivace e gioiosa pur in contesti di povertà e ristrettezze.

«Tutto è partito, inizialmente - spiega Capponi, che vive in California -, dal desiderio di ricordare i mestieri itineranti e antichi, che “necessitavano della comunità” per esistere. Purtroppo i documenti fotografici sono piuttosto rari e ancor men i video amatoriali. Dopo aver recuperato in paese alcune delle fotografie di Arnaldo Gelmi, ho registrato alcune parti presso la “La Casa della Pierina” di Parre, dove è stato salvaguardato un ambiente domestico di inizio ‘900 nella casa che fu della sarta del paese. Ho filmato questi utensili che mi ricordavano molto i principi di un tempo in cui non si buttava via nulla. Mi sono poi trovato con Pietro Gelmi, già dirigente scolastico a Leffe, per lunghe chiacchierate a casa sua, al fine di inquadrare meglio il contesto storico e utilizzare la sua memoria vivida per creare un reperto storico che fotografasse la nostra valle. Purtroppo, molto di “ciò che eravamo” è andato completamente perduto nel dopoguerra, sull’onda dell’industrializzazione e del boom economico. Il cortometraggio è un primo passo per salvaguardare una memoria storica importantissima. Spero che qualcuno possa sostenere per esempio la scansione completa del preziosissimo archivio di Arnaldo Gelmi».

Luca Capponi

Luca Capponi è nato da madre ecuadoriana e padre leffese nel 1988. Dopo le scuole superiori e il lavoro in Inghilterra, decise di iscriversi all’Università di Bologna, dove ha conseguito la laurea specialistica Citem (Cinema Televisione e Produzione Multimediale) lavorando nella sede di Palermo dedicata al documentario.

Attivo come regista e montatore per film indipendenti, il suo saggio di diploma (il cortometraggio Cronache dal crepuscolo del 2018), è stato presentato alla Biennale di Venezia, nella Settimana internazionale della critica. Nel 2022, Rai1 ha mandato in onda un suo documentario dedicato alla visita di Papa Francesco a Palermo, e in particolare al pranzo del Pontefice con i poveri e i migranti nella Missione di Speranza e Carità di Biagio Conte.

Ha poi prodotto Bergamo come va, film dedicato ai giorni più duri della pandemia e del lockdown (durante i quali Luca si è fra l’altro sposato). Negli ultimi mesi ha curato a Gandino l’allestimento di una mostra del fotografo inglese Morgan Hill Murphy, con ritratti fotografici attuali ispirati all’esperienza settecentesca del pittore Giacomo Ceruti “il Pitocchetto”, autore di un rilevante ciclo nella locale Basilica.

Leffe in un panorama d'epoca

Nel nuovo documentario La luce dei ricordi, la voce narrante è quella del citato professor Pietro Gelmi, che riserva agli spettatori innumerevoli spunti. Nel suo racconto ci sono gli antichi mestieri, l’antica cultura contadina che faceva riconoscere a tutti le erbe commestibili rintracciabili nei prati o lungo le vie, la ricchezza delle produzioni tessili che via via soppiantò quella dei secoli precedenti, in cui si dava maggior credito e valore alla formagella locale piuttosto che ai panni lana. C'era la gioia serena per l'arrivo delle nuove campane (foto di apertura del 1950) o l'atmosfera a suon di musica dei giorni di festa, con i leffesi cresciuti con "orecchio fino" grazie alla tradizione anche musicale dei Coertì, i Copertini.

image description

Erano gli ambulanti tessili che da Leffe arrivarono in ogni angolo d’Italia, fino in Sicilia. Un’arte che prese avvio alla fine dell’800, probabilmente grazie a Giuseppe Capponi “Pistrì”, che in Val Formazza si trovò a proporre la propria merce in una stalla, dove era riparato per un temporale. La vendita era una recita a soggetto, con rime improvvisate e storie inverosimili. Una sorta di rito a scandiva le giornate: l’arrivo in un paese nel pomeriggio, il girovagare fra le vie per “tirà ol trép”, la reclame, con rullio di tamburi e poi “la serada”, con l’imbonimento vero e proprio e la vendita, con diritto di pagare la merce il giorno successivo solo se soddisfatti.

La serata di presentazione sarà allietata dall’esecuzione di alcuni brani da parte della Mandolinistica diretta da Paola Gallizioli, figlia di Emilio, che fu fondatore della storica orchestra a plettro leffese nel 1971. In calendario anche un’iniziativa che il prossimo 22 giugno vedrà protagonisti i commercianti storici del paese, in coincidenza con la disputa della “Corsa de Zerc” (corsa dei cerchi) che un tempo animava le Olimpiadi oratoriane.

Seguici sui nostri canali