In fiera

Edizione più lunga che mai per Lo Spirito del Pianeta: venti gruppi per 19 giorni

Si parte l'8 giugno alla Fiera di Bergamo

Edizione più lunga che mai per Lo Spirito del Pianeta: venti gruppi per 19 giorni
Pubblicato:
Aggiornato:

Mercoledì 8 giugno comincia l’edizione più lunga che sia mai stata fatta per Lo Spirito del Pianeta: 19 giorni alla Fiera di Bergamo. Con 20 gruppi, 170 espositori, 12 ristoranti da tutto il mondo (in una tensostruttura da 4mila metri quadri) e un programma ricchissimo di attività. Saranno tre i palchi. Il concerto inaugurale è affidato agli scozzesi Saor Patrol, veterani della manifestazione.

«Ci sarà anche l’area del fuoco sacro - anticipa il direttore artistico, Ivano Carcano -: a settembre, lo scorso anno, non siamo riusciti a dare il massimo rispetto al nostro solito. Era un’edizione organizzata in fretta, con solo un mese a disposizione. Ora abbiamo avuto tutto il tempo necessario per preparare la kermesse con tutti i sacri crismi. Ci sarà la possibilità di conoscere le popolazioni indigene ma si cercherà di favorire anche una maggiore interconnessione tra i presenti: come comunità, dopo la pandemia, ne abbiamo bisogno». Simayiai Susan Muteleu, di origini masai, moglie di Carcano, aggiunge: «Sarà un’edizione indimenticabile, rivivere l’emozione del battito del tamburo attorno al fuoco sacro sarà un segno di rinascita. Come dice il mio popolo, siamo un branco di leoni e chi non è nel branco è perso. Dobbiamo tornare uniti e costruire la comunità».

54545575_IMG_5691 foto
Foto 1 di 7
54545581_kevin_eagle
Foto 2 di 7
54545584_kabeyla2
Foto 3 di 7
54545587_Saor Patrol
Foto 4 di 7
54545590_NAVAJO_S_Photo
Foto 5 di 7
54545593_Oumou Sangaré 1 - photo by Holly Whittaker
Foto 6 di 7
54545599_azteco 2
Foto 7 di 7

Attorno al fuoco sacro degli indigeni ci sarà uno spazio tutto dedicato alla spiritualità. In corrispondenza dei quattro punti cardinali, si potranno incontrare rappresentanti di gruppi africani e maori (zona sud), gruppi medievali e celtici, oltre che rievocatori delle storie tradizionali bergamasche (zona nord), monaci tibetani, un’associazione culturale giapponese e Quasquai (zona est) e nativi americani (zona ovest). Ognuno dei gruppi darà vita anche al tradizionale villaggio indigeno dove si terranno incontri e seminari con gli stessi gruppi.
Ma non è tutto. Quest’anno ci saranno ben 9 “uomini medicina” (termine usato per descrivere guaritori tradizionali e leader spirituali dei nativi nordamericani e di altri popoli indigeni o aborigeni). E, dulcis in fundo, un albero sui cui rami si potranno appendere le proprie preghiere, scritte su pezzi di stoffa di vari colori.

Da sempre attento all’ambiente e al rispetto per la madre terra, il festival quest’anno avrà pure un focus tutto dedicato all’Amazzonia (il grande polmone del pianeta) e a quello che il governo brasiliano sta discutendo e probabilmente approverà. «L’espropriazione delle terre di diverse tribù indigene, per perpetrare lo scempio che multinazionali, con la complicità di politici, stanno compiendo da decenni, stuprando la foresta amazzonica. Oltre ai 3 gruppi proveniente dall’Amazzonia, che porteranno la loro testimonianza, saranno presenti membri del tribunale indigeno che lotta per i diritti degli indigeni di tutto il mondo», scrivono gli organizzatori. Oltre a ciò sono previste tutti i giorni conferenze animate dalla cordata di associazioni green, eco di Naturalmente.

Tutti i giorni all’interno del padiglione fiera sarà possibile, con offerta libera, accedere a massaggi di vario tipo (rilassante, shiatsu, olistico). Brevi sessioni di 20 minuti per far conoscere ai visitatori le varie pratiche esistenti che vanno oltre la fisioterapia tradizionale.

Orari della manifestazioni: giorni feriali e sabato dalle 19 alle 24, domenica dalle 12 alle 24. L’ingresso sarà gratuito e, grazie a un accordo con Promoberg, dal terzo giorno di presenza non si pagherà più neppure il parcheggio (che costa 3 euro).

Seguici sui nostri canali