Fino al 23 agosto

Food Film Fest 2025, le due arti (cinema e cucina) allietano il cuore di Città Alta

Il tema scelto per questa edizione è la memoria. Scelte 35 pellicole da vari Paesi del mondo. Un programma fatto anche di degustazioni, talk e laboratori

Food Film Fest 2025, le due arti (cinema e cucina) allietano il cuore di Città Alta
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di Elena Esposto

Mercoledì 20 agosto, presso la Sala Curò in piazza Cittadella a Bergamo, ha preso il via la dodicesima edizione del Food Film Fest, festival internazionale di cinema e cibo, alla presenza di istituzioni e partner.

Tra i presenti: Sergio Gandi, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Bergamo; Erik Molteni, consigliere della Provincia di Bergamo; Giovanni Malanchini, consigliere di Regione Lombardia; Giovanni Zambonelli e Raffaella Castagnini, rispettivamente presidente e rappresentante della Camera di Commercio di Bergamo; Gabriele Borella, presidente di Coldiretti Bergamo; Enrico Radicchi, rappresentante di Slow Food Bergamo Valli Orobiche Bassa Bergamasca; Giovanni Maggioni, vicepresidente di Bcc Milano; Pierangelo Bertocchi e Luca Serughetti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di UniAcque; Sandra Bertolacci, rappresentante di Planetel.

Cibo e memoria

Il tema scelto per questa edizione 2025 è la memoria. Una memoria, ha spiegato Luca Cavadini, direttore artistico del festival, che non è un mero ritorno nostalgico al passato, ma è anche «una base di partenza per il presente e per il futuro». Il cibo, ha continuato Cavadini, «conserva ricordi, trasmette saperi, costruisce identità. Ogni ingrediente racconta una storia, ogni ricetta è un’eredità che attraversa generazioni, trasformandosi senza perdere la propria anima. Il cinema, con la sua forza evocativa, diventa lo strumento per raccontare queste storie».

Un concetto ripreso anche dall’assessore Gandi, che però ha anche rivendicato il proprio diritto di essere nostalgico: «Ricordo ancora i piatti che preparava mia mamma. Le tagliatelle della tradizione bolognese e l’ossobuco con la polenta che aveva imparato a cucinare una volta trapiantata in Lombardia». Per Gandi il cibo ha un potere evocativo che condivide con il cinema. Queste due arti, perché anche cucinare è senza dubbio un’arte, «sono i due elementi creativi e culturali pilastri della modernità». E il Food Film Fest ha il merito di metterli entrambi al centro.

Ampliare la prospettiva

Il consigliere provinciale Molteni, nel suo intervento, ha scelto di mettere l’accento sull’aspetto culturale del cibo, sottolineando come il nostro Paese abbia un «patrimonio enogastronomico unico al mondo che ci viene dal nostro essere un mix eccezionale di culture». Molteni ha anche evidenziato l’aspetto geopolitico del cibo che troppo spesso, nei notiziari e sui giornali, vediamo essere usato come «arma di distruzione di massa».

«Dobbiamo lavorare per rendere il mondo un posto migliore - ha affermato Molteni -, anche attraverso il cibo. E il cinema può essere uno strumento che ci aiuta in questo senso».

Di cibo e di etica ha parlato anche Zambonelli, presidente della Camera di Commercio di Bergamo. Per lui il cibo non è solo nutrimento e gioia, ma possiede anche un aspetto morale che va valorizzato: «In questa edizione si parlerà anche di spreco alimentare», ha affermato, ricordando che il festival, nato con il sostegno della Camera di Commercio, si fonda proprio su questi valori, che parlano non solo al territorio bergamasco, ma, grazie alla sua dimensione internazionale, anche al resto del mondo.

Il territorio e la sua tutela sono stati anche al centro degli interventi del consigliere regionale Malanchini e del presidente di Coldiretti Bergamo, Borella. Entrambi hanno sottolineato come la cultura culinaria sia strettamente legata alle identità e alla tradizione dei popoli. Il cibo, ha detto Borella, ci racconta una «storia tramandata nel tempo di cui siamo custodi. In un mondo che rischia di perdere la propria identità, il cibo diventa un veicolo per ritrovare le nostre radici».

Malanchini ha invece sottolineato l’importanza non solo della promozione del cibo ma anche della tutela di chi lo produce e ha fatto un appello perché si riconsideri l’importanza di salvaguardare i terreni agricoli.

Tanti appuntamenti

Il festival propone un calendario ricco di eventi, che andranno avanti fino a sabato 23 agosto. «In dodici anni ci sono arrivati oltre seimila film da 103 Paesi - ha raccontato Cavadini -. Anche quest’anno la prospettiva internazionale sì è riconfermata con 650 pellicole da 90 nazioni». Ne sono state selezionate 35 tra film, documentari e animazione e le migliori di ogni categoria verranno premiate nella serata conclusiva, durante la quale sarà ospite anche Massimo Boldi, in un evento dedicato ai cinepanettoni.

Ma il Food Film Fest non è solo cinema. Tante anche le degustazioni di sapori e prodotti del territorio, i talk e due laboratori del gusto dedicati al pecorino sardo e al caffè. «Nei laboratori abbiamo voluto mettere in pratica il messaggio di due dei film in concorso», ha spiegato il rappresentante di Slow Food, Radicchi. L’obiettivo è recuperare non solo la memoria della produzione di cibi della tradizione, ma anche un aspetto sensoriale che negli ultimi decenni è andato perdendosi. Proprio per questo «ai laboratori si viene non per mangiare, ma per lavorare», ha concluso con tono scherzoso (ma non troppo).

Tutti gli appuntamenti del festival sono a ingresso libero e gratuito (prenotazione obbligatoria per i laboratori) e si terranno in Piazza Mascheroni, in Città Alta. Il programma completo è consultabile QUI.