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La “cagiada” come infallibile colonnello Bernacca dei “bergamì”

Per sapere che tempo farà, meglio indagare il latte che il cielo. Magari in dialetto bergamasco

La “cagiada” come infallibile colonnello Bernacca dei “bergamì”
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Di Ezio Foresti*

I proverbi meteorologici lasciano il tempo che trovano, verrebbe da dire con un calembour. Ma Antonio Tiraboschi ammonisce, nella sua raccolta: «Prima di riderci di un proverbio, impariamone la giusta interpretazione».

In altre parole, se il giorno dell’Ascensione cadono due gocce d’acqua, non è il caso di pensare subito al Giudizio Universale, e se è vero che la notte di Santa Lucia non è la più corta dell’anno, lo era prima della riforma gregoriana del calendario, visto che cadeva il 25 dicembre.

Per restare in questo periodo, non è sempre detto che le prime piogge di agosto portino a un immediato abbassamento della temperatura, secondo il noto assioma la prima aqua de agóst la rinfrèsca ’l bósch. Esistono comunque detti che sono incontestabili, o almeno attendibili, perché riflettono una realtà oggettiva, che deriva spesso dall’osservazione dei fatti naturali.

Infina che i ragn i tira sö la rét, l’è sègn de bel tèp, per esempio, ha la funzione di un bollettino meteo d’altri tempi,basata sull’attività dell’operoso aracnide. Dré al bröt tèp a l’vé ’l seré è un dato di fatto che applichiamo anche alle nostre vicende quotidiane, in cui i periodi bui ci sono, ma prima o poi terminano.

Curiosa l’alternativa con lo stesso significato: ol Bertòldo ’l grignàa quando l’piöìa, siccome sapeva che dopo la pioggia viene il sereno.

Di rilievo sociale invece è la stat l’è la stagiù di poarècc, che definisce questa stagione come la migliore per chi non ha mezzi, e di conseguenza può evitare di impiegare risorse per scaldarsi o per avere un riparo più che solido. In base a questa riflessione chi dis mal de la stàt a l’dis mal de so màder, perché l’estate ha nei confronti delle persone cure quasi materne, dispensando calore e abbondanza di frutti.

Interessante anche la previsione dei nostri bergamì: quando la cagiada la và ’n lacc sorù, l’è sègn de piöv, cioè “quando la cagliata si squaglia in siero, è segno che pioverà”. Sembra giusto che casari di lunga data come noi non indaghino il cielo, ma il latte.

*in memoria