Teatro

Andrea Pennacchi al Donizetti ricorda il padre e la guerra civile

In scena mercoledì 8 maggio per la sezione “Storia, Teatro e Società”

Andrea Pennacchi al Donizetti ricorda il padre e la guerra civile
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Calato il sipario sulla Prosa e su Altri Percorsi, la Stagione dei Teatri 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti ha ancora in serbo due titoli della sezione “Storia, Teatro e Società”, il primo dei quali avrà come protagonista, mercoledì 8 maggio al Teatro Donizetti (ore 20.30), Andrea Pennacchi. L’attore e regista padovano presenterà “Mio padre – Appunti sulla guerra civile”, affiancato in palcoscenico da due musicisti, Giorgio Gobbo (chitarra e voce) e Gianluca Segato (lap steel guitar). Produzione Teatro Boxer. Durata 90 minuiti senza intervallo.

“Mio padre – Appunti sulla guerra civile” è la storia di un figlio, lo stesso Andrea Pennacchi, che un giorno si sveglia senza un padre del cui passato sa poco; un padre che lo aiutava a ordinare e a mettere a posto le cose. E allora si mette alla ricerca di ciò che è stato prima della sua nascita: la guerra partigiana, la prigionia, il viaggio di ritorno in una Italia distrutta dalla guerra. E così, lungo questo cammino, lo spettatore si accorge che la scelta di raccontare una storia familiare diventa la possibilità di avere un punto di vista privilegiato da cui guardare il comune passato.

«Quando è morto mio padre, mi sono svegliato di colpo, come ci si sveglia dopo una festa in cui non ti divertivi e hai bevuto anche il profumo in bagno. È mattina, ti svegli e stai male, ma il peggio è che non ti ricordi niente, c'è un casino da mettere a posto. E tuo papà, che era bravo a mettere a posto, non c'è più», dice Andrea Pennacchi nelle note di presentazione dello spettacolo. «Così sono finiti i miei favolosi anni ‘90. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza. Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso, mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano, e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un'Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose».

Andrea Pennacchi deve larga parte della sua notorietà presso il grande pubblico grazie alla partecipazione alla trasmissione televisiva Propaganda Live. Il suo viaggio teatrale è iniziato nel 1993 col Teatro Popolare di Ricerca di Padova. Si è formato come attore seguendo maestri come Eimuntas Nekrosius, Carlos Alsina, Cesar Brie, Laura Curino e Gigi Dall'aglio. Ha scritto “Eroi”, finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto, prima parte della trilogia della guerra, completata da Trincee: risveglio di primavera” e da “Mio padre: appunti sulla guerra civile” Ha debuttato nella drammaturgia con “Villan People” prodotto da Pantakin, poi selezionato al festival Tramedautore del Piccolo Teatro Grassi di Milano e premio Fersen alla regia 2014.

Per anni, con la collaborazione di Arteven, ha ideato e portato in scena una serie di lezioni-spettacolo con le quali ha girato le scuole superiori del Veneto. Progetti dedicati alle scuole che tuttora girano grazie a Teatro Boxer, compagnia da lui fondata. È direttore artistico di “Terrevolute - festival della bonifica” e della rassegna “Odeo days”. Ha recitato in cinque produzioni del Teatro Stabile del Veneto sotto la direzione di registi come Damiano Michieletto, Bepi Emiliani e Emanuele Maria Basso e Natalino Balasso. Ha inaugurato la stagione 2019/2020 del Teatro Verdi di Padova con “Da qui alla luna”, spettacolo scritto da Matteo Righetto e musicato da Giorgio Gobbo insieme all'Orchestra di Padova e del Veneto.

Ha lavorato anche per il cinema e per la serialità televisiva. Ha vinto il premio al Festival della Satira di Forte dei Marmi 2020. Ha pubblicato “Pojana e i suoi fratelli” e “La guerra dei Bepi” per People.

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