Evento speciale

Andrea Pennacchi (alias Pojana) racconta l’Odissea a modo suo

L’attore e autore veneto, noto per la maschera con cui fa riflettere e ridere nel programma di Diego Bianchi, ha una lunga carriera teatrale

Andrea Pennacchi (alias Pojana) racconta l’Odissea a modo suo
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È Andrea Pennacchi il protagonista di oggi degli “eventi speciali” della Stagione di Prosa del Donizetti: stasera alle 20.30 porterà a teatro Fondazione il monologo “Una piccola odissea”. Insieme ad Andrea Pennacchi saranno in scena tre musicisti: Giorgio Gobbo (chitarra e voce), Annamaria Moro (violoncello) e Gianluca Segato (lap steel guitar).

Lo spettacolo è una personale rilettura dell’Odissea di Omero in cui si intrecciano storia, mitologia classica degli eroi e memorie dell’autore: Pennacchi parte dal testo originale trovando analogie con la propria vita, con ricordi di famiglia, anche dolorosi, scavando così nell’animo umano, nel proprio animo.

«Sono venuto in possesso di una copia dell’Odissea abbastanza presto: quand’ero alle medie, mio padre gestiva lo stand libri alla festa dell’Unità del mio quartiere, mentre mia mamma regnava incontrastata sulle fumanti cucine», racconta Pennacchi. «La pioggia aveva danneggiato una versione in prosa della Garzanti, e mio papà me la regalò. Non c’era differenza, per me, tra Tolkien e Omero, era una grande storia, anzi una storia di storie, in cui non faticavo a riconoscere le persone che amavo: mio padre che torna dal campo di concentramento, mia madre che aspetta, difendendosi dagli invasori, i lutti, la gioia. E ho sempre desiderato raccontarla».

«L’Odissea è stata definita: “un racconto di racconti”, una maestosa cattedrale di racconti e raccontatori, attraversata da rimandi ad altre storie, miti, in una fitta rete atta a catturare il lettore. Proprio il suo essere costruita mirabilmente per la lettura, però, la rende difficile da raccontare a teatro, ricca com’è», continua l’attore padovano. «Abbiamo pensato di restituirne il sapore di racconto orale proponendone una versione a più voci, che dia il giusto peso anche alla ricca componente femminile e al ritorno vero e proprio».

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