Bergamo Film Meeting ospita Alice Nellis e Christian Petzold
I registi sono i protagonisti di “Europe, Now!”, la sezione del festival (43esima edizione dall’8 al 16 marzo) dedicata al cinema europeo contemporaneo

La sezione “Europe, Now!” di Bergamo Film Meeting, che da anni rivolge l'attenzione al cinema d’autore europeo contemporaneo, nel corso della sua 43esima edizione presenterà le personali complete in anteprima nazionale di Alice Nellis, sceneggiatrice e regista, tra le figure più rappresentative del cinema ceco, e del tedesco Christian Petzold, principale esponente della “Scuola di Berlino”. I due autori saranno presenti a Bergamo durante i giorni del festival.
Alice Nellis (Repubblica Ceca, 1971)

Alice Nellis, sceneggiatrice e regista, è una delle figure più rappresentative del cinema ceco contemporaneo. Il suo debutto nel lungometraggio avviene nel 2000 con “Ene bene” (Eeny Meeny), una tragicommedia che esplora i rapporti familiari in una piccola comunità ceca, durante le elezioni locali. Il film ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival Famu, segnalando Alice Nellis come una voce emergente del cinema europeo, e ha vinto ex-aequo la Rosa Camuna di bronzo alla 18ª edizione di Bergamo Film Meeting.
Nel 2002 dirige “Výlet” (Some Secrets), un road movie cupo e pungente che mescola dramma e commedia per raccontare una complessa storia familiare. Questo film le è valso il prestigioso Premio Czech Lion per la migliore sceneggiatura e il Premio Nuovi registi all'Iff di San Sebastián.
Un altro punto di svolta nella sua carriera è “Tajnosti” (Segreti, 2007), che esplora il viaggio emotivo di Julie, una traduttrice alle prese con un'importante fase di transizione: il trasferimento in una nuova casa insieme al marito e alla figlia adolescente. Con questo titolo la regista ceca torna a Bergamo Film Meeting nel 2008 e vince nuovamente ex-aequo la Rosa Camuna di bronzo.
Nel 2016 la regista si cimenta anche con la televisione, dirigendo per la Hbo la serie drammatica “Pustina” (Wasteland) scritta insieme al regista Ivan Zachariaš, una storia oscura e avvincente ambientata in una comunità mineraria della Repubblica Ceca.
Nel 2022 dirige “Buko”, una delicata commedia sugli affetti e il cambiamento: con l'aiuto di amici e vicini, Jarmila, da poco vedova, costruisce una nuova casa per il cavallo Buko e una nuova vita per se stessa.

La regista sarà presente a Bergamo il 12 e 13 marzo.
Christian Petzold (Germania, 1960)
Figlio di emigrati dalla Germania Est e cresciuto nella piccola cittadina di Haan, Christian Petzold si trasferisce a Berlino nel 1981. Qui, dal 1988 al 1994, studia alla Deutsche Film - und Fernsehakademie Berlin (Dffb), l'Accademia di cinema e televisione. Sono gli anni della cosiddetta Wende (la svolta), un periodo di profondo cambiamento economico, sociale e culturale, avviato con la caduta del Muro e la successiva unificazione delle due Germanie.

Lo stile di Christian Petzold si fa presto unico e inconfondibile, i suoi film sono sempre ricchi di riferimenti letterari e soprattutto cinefili. Contemporaneamente allacciati al mondo reale e ricchi di storia, reinventano i generi come il noir, il thriller, l’horror, il melodramma e le storie di spionaggio, offrendo misteri narrativi, protagonisti enigmatici immersi in circostanze ancora più enigmatiche, e sorprendenti collegamenti tra il passato turbolento della Germania e il suo fragile presente.
Il passaggio al grande schermo avviene con “Die innere Sicherheit” (The State I Am In, 2000), una storia di ex terroristi della Raf con appresso una figlia adolescente, in fuga attraverso un’Europa che li ha quasi dimenticati. È il primo capitolo della cosiddetta “Trilogia dei fantasmi”, di cui fanno parte “Gespenster” (Ghosts, 2005) e “Yella” (2007), quello che affronta più direttamente il trauma della post-unificazione tedesca. Con “Die innere Sicherheit”, Petzold riceve il Premio della Critica tedesca, e si consacra autore di punta della “Scuola di Berlino”.
Per “Gespenster” (Ghosts), il secondo capitolo della “Trilogia dei fantasmi”, storia di due giovani donne che vivono ai margini, vince ancora il Premio della Critica tedesca. Mentre il terzo capitolo, “Yella” (2007), è la protagonista Nina Hoss ad aggiudicarsi l’Orso d’argento per la migliore interpretazione. L’attrice presta di nuovo il suo volto per “Jerichow” (2008).
La vera consacrazione a livello internazionale di Petzold e di Nina Hoss arriva con “Barbara” (La scelta di Barbara), presentato alla Berlinale nel 2012 dove riceve l’Orso d’argento per la miglior regia. Il film, ambientato nella Ddr del 1980, è un incrocio tra thriller e spy story, e dà il via a una nuova trilogia, “L’amore al tempo dei sistemi oppressivi”.
Nel 2020, con “Undine” (Undine - Un amore per sempre), presentato ancora una volta in concorso alla Berlinale, si apre la “Trilogia degli elementi”. Il film è una rielaborazione della figura mitologica di Ondina, un’intensa storia d’amore costruita sul significato simbolico dell’acqua. Nel secondo capitolo, “Roter Himmel” (Il cielo brucia, 2023), Gran Premio della Giuria a Berlino, un cielo infuocato accompagna l’educazione sentimentale di un gruppo di giovani, ospiti, come in un film di Rohmer, in una grande casa in mezzo al bosco vicino al mare, nel pieno dell’estate.
Il regista sarà presente a Bergamo l’8 e il 9 marzo.