Cinque serie tv che fanno ridere (che ce n'è bisogno)
Spesso la risata è amara: quando la commedia nasce dal dramma i risultati possono essere incredibili
Una commedia è molto facile da definire: deve farci ridere. Quando si tratta di serie tv divertenti, le migliori sono quelle concepite secondo questo scopo solenne. Il target di riferimento, poi, può cambiare: si va da quelle più centrate per un pubblico femminile ai telefilm (termine desueto che già fa ghignare) infarciti di battute che piacciono agli under 40 e non oltre. Ci permettiamo di elencare quattro titoli (più, al solito, un grande classico) per allietare queste settimane fosche, sperando di citare anche qualcosa che non avete ancora visto.
After Life. Fa ridere di gusto, ma è un riso un po’ amaro. Creata ed interpretata dal genio di Ricky Gervais, comico inglese, ha una premessa tragica: la moglie di Tony, il protagonista, è morta da poco di cancro, ed ha lasciato al marito una serie di video in cui gli spiega come fare le faccende di casa, come prendersi cura di sé, e in cui gli chiede di non buttarsi giù. All’inizio Tony non la prende benissimo e inizia a fregarsene di tutto e tutti, riuscendo però al contempo a creare alcune situazioni divertentissime. Piano piano però capisce che anche una tragedia può renderci persone migliori.
Shameless. Nata nel 2011 e ancora in produzione (ma la stagione numero 11 dovrebbe essere l’ultima). Le vicende ruotano attorno alla famiglia Gallagher, composta da 6 fratelli: Fiona (Emmy Rossum), Lip (Jeremy Allen White), Ian (Cameron Monaghan), Carl (Ethan Cutkosky), Debbie (Emma Kenney) e il piccolo nero di casa Liam (Brenden Sims). I loro genitori sono tutto ciò che un figlio non vorrebbe mai avere: il padre Frank (William H. Macy) è un alcolizzato, tossico, subdolo, approfittatore e con una personalità così forte che o lo ami o lo odi; la madre Monica (Chloe Webb) è anch’essa un genitore non proprio esemplare, è una presenza assente nella vita dei figli che abbandona a causa del disturbo bipolare da cui è affetta. Insomma classico caso da “Dio li fa e poi li accoppia”. Fiona, la figlia maggiore, si ritrova quindi a crescere gli altri fratelli svolgendo vari lavori insieme e nel corso degli episodi la vedremo intrecciare relazioni più o meno importanti con ragazzi altrettanto problematici.
The Office. Serie tv del 2005 trasmessa in America su Nbc. Nel cast vi è l’inimitabile Steve Carell, che molti di noi forse conoscono per altri ruoli comici come quelli in “40 anni vergine”, “Una settimana da Dio” e molti altri. “The Office” è una serie che tra le molteplici e divertentissime gag racconta le vite all’interno di un ufficio di una ditta che vende carta. Una trama che potrebbe sembrare noiosa ma che, in realtà, è riuscita ad ammaliare migliaia di telespettatori che non hanno potuto far a meno di seguirla fino alla fine. Infatti, il punto forte di questa sitcom sta proprio nei suoi personaggi e nei loro comportamenti bizzarri e carismatici.
Crashing. Di Phoebe Waller-Bridge. Se “Fleabag” è disponibile su Amazon Prime, e se vi è piaciuto, non potete non andare su Netflix a gustarvi “Crashing”, del 2016, disponibile solo in lingua originale (con sottotitoli in italiano). Parla di un gruppo di geniali svitati che vivono in uno squat a Londra. Una casa occupata, in sostanza. Ma qui non si tratta di una casa, ma di un ex ospedale in pieno centro. Sei puntate dall’umorismo spostato ma chirurgico per rapidità ed efficacia. Phoebe è una dei protagonisti: ha già il nichilismo e l’umorismo veloce che i fan di “Fleabag” si sono abituati a vedere.
The Big Bang Theory. È durata 12 anni e i protagonisti sono giunti a guadagnare un milione di dollari a episodio. Per dire che ha raggiunto un discreto successo, “The Big Bang Theory”, nel caso qualcuno non lo sapesse. L’addio alla comedy più longeva nella storia della televisione, nel 2019, non poteva che mantenere intatta la sua natura originale: una celebrazione all’amicizia, il vero cuore dello show. I personaggi sono immortalati mentre mangiano nell’appartamento di Penny e Leonard. Cuore del successo della serie, chiaro, il dottor Sheldon Cooper e la sua genialità, le sue manie, il suo sarcasmo. Fobico e probabilmente affetto dalla sindrome di Asperger, Sheldon è un fisico geniale e un grande appassionato di fantascienza, tant’è che probabilmente conosce il numero di scarpe di Leonard Nimoy, interprete iconico del signor Spock. Nerd in modo sublime, insomma.