Donizetti e Sociale, dalla prosa alle forme teatrali che “osano”
Si riparte definitivamente a dicembre dopo tre anni di restauri. L’affezione dei bergamaschi per il teatro supera ancora di gran lunga la media nazionale
di Arianna Zucaro
In una Bergamo desertificata dalle prime partenze in un sabato mattina di giugno (il 19), il Donizetti sembra quasi un altare. Con le vetrate del foyer esposte, ma con le porte chiuse, sa imporre la sua solennità. È aperto invece l’ingresso laterale da Largo Gavazzeni per la presentazione della Stagione dei Teatri 2021/2022. Accolti dalla voce di una maschera con un «benvenuti, salite le scale fino al secondo piano», i collaboratori di giornali e televisioni sono invitati a fare un passo verso l’interno. Per le scale, tra il bianco rinfrescato delle pareti, c’è gente che sale e scende: sono i membri della Fondazione Teatro Donizetti, con il loro modo di fare avvolgente.
In un teatro che torna ad essere teatro, con i suoi nuovi spazi dopo tre anni di restauro e la riapertura dopo la pandemia, l’emozione della nuova programmazione, con la sua ampia offerta, è già sui cartelloni e sul maxischermo della Sala della Musica Tremaglia. Articolata in cinque sezioni, la stagione è decisamente varia e fatta di linguaggi e forme diverse ma comunicanti tra loro: dal filone portante, la Prosa, agli Altri Percorsi, che “osano” su tutti i fronti; dagli Eventi Speciali con i suoi personaggi famosi alla classica Operetta con il primo spettacolo il 31 dicembre, fino all'inedita sezione Appuntamento con la Storia che porterà lo spettatore dentro recenti vicende italiane rilevanti e anche controverse.
La linfa vitale del teatro è la possibilità di tornare sul palco. E per le persone di tornare ad essere pubblico. L’affezione dei bergamaschi per il teatro supera la media nazionale: all’attività teatrale è dedicato il 72% della spesa complessiva destinata alla cultura per ciascun abitante, rispetto ad una media nazionale del 48% (dati 2016, Prometeia). La campagna abbonamenti partirà ad ottobre, quando le regole governative stabiliranno una soglia definitiva - e, si spera, ampliata - della capienza massima di platea e ordini.
La varietà dei sette spettacoli di prosa accompagnerà la programmazione da dicembre ad aprile, a cominciare da “Re Lear” di Shakespeare, con regia di Glauco Mauri; ci sarà poi un testo di Eduardo De Filippo con regia di Roberto Andò, “Ditegli sempre di sì”; sul palco ci sarà anche la coppia Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini nel classico della commedia “Arsenico e vecchi merletti”; e anche una rielaborazione della tragedia shakespeariana “Romeo & Giulietta – Nati sotto contraria stella” con la coppia comica Ale&Franz; Lella Costa porterà in scena l’importanza della figura femminiale nella storia con il suo spettacolo “Se non posso ballare… Non è la mia rivoluzione”; seguirà, con regia di Alessandro Gassman, uno spettacolo dedicato alle dinamiche familiari firmato dallo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, famoso per i suoi libri di successo dai quali sono state tratte diverse serie televisive; la stagione di Prosa si chiuderà infine con una produzione del Teatro dell’Elfo intitolata “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, basata sull’omonimo romanzo.
Sono caratterizzati invece da una poetica e da molteplici linguaggi e forme che “osano” gli Altri percorsi - ospitati anche al Teatro Sociale - tra cui il raffinato gioco di luci e di cambi de “La Locandiera” di Tindaro Granata; tra gli Appuntamenti con la storia, invece, andrà in scena “È bello vivere liberi!” sulla vita della prima partigiana Ondina Peteani. È proprio la “Stagione dei teatri”: mai termine fu più appropriato.