Fabio Santini rilegge Ennio Morricone a Martinengo
Stasera al Filandone c’è “Il suono di una vita”, scritto, diretto e narrato dal noto ed eclettico giornalista
«Ho ideato una rilettura minimalista di Morricone in chiave classica. Un’operazione rischiosa ma affascinante arricchita dall’espressività e dalla sensibilità di due musicisti meravigliosi: Michela Podera al flauto traverso e Raffaele Mezzanotti alla chitarra classica». Fabio Santini presenta così il suo spettacolo “Ennio Morricone - Il suono di una vita”, scritto, diretto e narrato dal noto ed eclettico giornalista che stasera alle 21 approda al Filandone di Martinengo, ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, «un luogo ricco di richiami storici dove ogni prospettiva riporta alla seconda metà dell’Ottocento, i soffitti altissimi, le finestre che sembrano maxischermi, le eleganti forme neogotiche, simboli dell’archeologia industriale di quel periodo».
Santini, come nasce questa idea?
«Da quando Morricone se n’è andato, il 6 luglio di tre anni fa, ho pensato che avrei dovuto allestire uno spettacolo sulla scorta della lunga esperienza maturata negli oltre 25 anni di vita teatrale di “C’era una volta il cinema”, il mio monologo dedicato a Sergio Leone. Nel rispetto del pensiero di Morricone non verranno proiettati spezzoni di film ma fotografie durante le esecuzioni dei pezzi proposti da Podera-Mezzanotti, uno duo concertistico affermato e stimato da anni».
La scaletta del concerto ci porta a rivivere la suggestione delle colonne sonore dei film di Leone, de “Gli intoccabili”, di “Mission”, dei capolavori di Giuseppe Tornatore e di tanti altri. Perché non ha pensato a un’orchestra?
«Ho assistito a decine di concerti orchestrali che propongono le musiche di Morricone e mi hanno sempre dato l’idea che mancasse la poesia di quelle partiture, le idee spiazzanti del Maestro, la loro straordinaria semplicità. Il flauto di Michela Podera e la chitarra di Raffaele Mezzanotti ci fanno vivere le musiche di Morricone con un coinvolgimento inedito che sembra contrappuntare il tono della mia narrazione fatto di cronaca, aneddoti, toni forti e tenui della memoria».